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La spettacolarità e l’enormità della realizzazione vogliono riflettere, attraverso una efficace visuale commemorativa, l’importanza del Centenario
Ho recentemente letto un interessante articolo, relativo ad una opera che potremmo definire di Land Art, progettata ed installata in un famoso parco storico del Regno Unito. L’intervento, realizzato per celebrare in giorno in cui la Gran Bretagna è entrata nel Primo Conflitto Mondiale, non impiega piante vere e proprie. Si tratta invece di una particolare e grandiosa installazione composta di elementi artificiali e sita nel giardino della Torre di Londra. Qui è stata infatti collocata, per le commemorazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, una infinita moltitudine di fiori di papavero in ceramica.
Perfetti nella loro rustica semplicità per un maniero medioevale. In particolare, sono stati posizionati, su disegno del designer teatrale Tom Piper, l’incredibile numero di ben 888.246 fiori del ceramista britannico Paul Cummins. Essi rimarranno in loco per un po’ di tempo per essere poi venduti in beneficienza. Tutti i membri della Famiglia Reale hanno personalmente partecipato all’evento e provveduto a collocare i loro papaveri tra quelli già in loco.
Come si può vedere dalle fotografie, l’effetto è assolutamente spettacolare, le migliaia e migliaia di fiori spiccano, a contrasto con le mura grigie del maniero medioevale e sul verde intenso e piatto dei prati circostanti i torrioni del castello. Osservando dall’alto della cinta muraria, le onde scarlatte appaiono ancora più evidenti e lasciano la spettatore incredulo di fronte alla peculiarità ed originalità della realizzazione. L’effetto è ancora amplificato se si pensa che ciascun papavero, dalle effimere corolle increspate, rappresenta un soldato britannico o del Commonwealth, ucciso in azione tra il 1914 ed il 1918.
Questa installazione, seppure solo temporanea, dimostra come l’elemento vegetale, vivo o riprodotto nei più diversi materiali ed inserito nei vari contesti, possa modificare completamente, nel visitatore, l’usuale percezione dei luoghi conosciuti. La Torre di Londra, inserita nel cuore di una moderna metropoli internazionale, appare infatti, per effetto del progetto, in una luce totalmente diversa. Spunta, solitaria nel costruito, grigia ed altera nel bel mezzo di un prato scarlatto, su di un irreale fondo verde smeraldo. Su di essa volano, cupi e teatrali, gli enormi corvi imperiali neri, alla cui sopravvivenza sarebbero legate, in base ad una antica leggenda, le sorti della Monarchia Inglese e di tutto il Regno.
Più che di fronte ad un celeberrimo monumento od ad un semplice maniero medioevale, l’osservatore ha così, per il breve periodo di durata dell’istallazione, l’effimera percezione di trovarsi di fronte ad un castello immaginario, fuori del tempo e sbucato di colpo da un mondo fiabesco.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
Per informazioni: ema_v@msn.com