Le agavi sono piante grasse di semplicissima manutenzione ma di notevole impatto estetico e di grande soddisfazione anche per il neo giardiniere
Dopo l’introduzione generale alle succulente, nelle prossime tre settimane ci dedicheremo ad alcune tipologie di queste particolari piante. Cercheremo di sottolinearne le principali caratteristiche botaniche, prediligendo quelle più diffuse, le più spettacolari da un punto di vista estetico e le meno note al grande pubblico.
Nello specifico, oggi parleremo dalla famiglia delle agavacae, soffermandoci in particolare sul genere delle agavi. Queste ultime sono piante molto diffuse in Italia ed anche in Liguria. Non presentano esigenze colturali particolari, danno ottimi risultati e raggiungono, nel tempo, dimensioni piuttosto ragguardevoli (anche più di un metro di diametro del cespo).
Da un punto di vista estetico, si presentano come un insieme di foglie lanceolate, dure, molto fibrose e generalmente dotate di una spina all’apice.
Le agavi sono originarie dell’America meridionale, molte vengono dal Messico. Tale provenienza ha evidentemente permesso la loro facile adattabilità al clima mediterraneo. In Europa, in origine erano quindi presenti solo nei giardini privati ma, successivamente, la loro grande versatilità ne ha consentito la naturalizzazione e la colonizzazione di gran parte delle regioni affacciate sul Mare Mediterraneo.
Al di là delle varietà più diffuse e note, di solito a foglia grigio-verde (Agave Americana), ricordiamo l’Agave Victoriae Reginae. Tale pianta è particolate in quanto non raggiunge grandi dimensioni e presenta delle foglie bianco-verdi screziate, caratteristica questa non molto diffusa nell’ambito delle succulente. Tale agave veniva originariamente impiegata, non per motivi estetici, bensì per la produzione di cibo, fibre vegetali e persino liquori.
Una delle principali peculiarità delle agavacee consiste nel produrre, nel corso del proprio ciclo vitale (di media di 25-30 anni), una sola infiorescenza: un lungo scapo floreale (persino di 6-8 metri) da cui dipartono ramificazioni recanti un enorme numero di piccoli fiori (circa 20.000) di colore giallognolo ed intensamente profumati. Essa consiste in un vero e proprio ramo fiorifero di grandi dimensioni che si staglia, ben evidente, nel paesaggio circostante. Dato lo sforzo e l’impiego di sostanze nutritive necessario a produrre una simile fioritura, la pianta madre generalmente muore a seguito di tale ultimo atto estremo. Spesso però accade che gli stoloni, prodottisi nel tempo alla base della pianta, diano vita ad altre piccole agavi, identiche alla genitrice.
Dal punto di vista dell’utilizzo pratico delle agavacee, ci limitiamo a fornire tre esempi di suo possibile impiego.
Le agavi (quella americana ma anche altre varietà) possono, ad esempio, essere fatte crescere, in esemplare singolo in vaso, in contenitori lineari per inserirsi in un contesto moderno. Ben si adattano peraltro anche a contenitori in cotto, adeguandosi così a realtà più classiche. In entrambi gli impieghi, alla base potranno essere collocate altre varietà di succulente a sviluppo strisciante e dalle fioriture vivaci. L’impatto estetico ottenuto sarà comunque sempre di tipo rigoroso, scultoreo e notevole, specie quando più vasi, identici tra loro, si ripeteranno nella loro collocazione spaziale o verranno posizionati ai lati di un cancello o di una porta di accesso.
Le agavi possono poi anche essere impiegate nelle fasce di terreno dei giardini, sul limitare esterno delle stesse o collocate a ridosso dei muri. In questo caso si suggerisce il loro abbinamento con la Bougainvillea Spectabilis del colore tradizionale viola-rosa, da fare crescere lungo i muri in pietra. Il colore verde-grigio dell’Agave Americana contrasta infatti perfettamente con il brillante sfondo vermiglio e richiama i colori delle strutture in muratura e dei muretti in pietra. Per completare l’insieme, peraltro di semplicissima manutenzione ma di notevole impatto estetico e di grande soddisfazione anche per il neo giardiniere, si potrà suggerire l’inserimento di altre varietà tipicamente mediterranee, di cui abbiamo già parlato in altro nostro precedente articolo.
Da ultimo, suggeriamo di utilizzare le agavi, in gruppi preferibilmente dispari di tre, cinque o sette esemplari, disposti sfalsati in diagonale e lungo la linea di bordo delle fasce dei giardini mediterranei. Il risultato che si consegue è molto scenografico e quasi nessuna manutenzione sarà poi necessaria.
L’effetto risulterà infine massimo se, come spesso accade, lo sfondo su cui si stagliano le lineari foglie grigio-azzurre delle agavi sarà il variegato e mutevole, a seconda delle stagioni e del differente impatto della luce del sole, blu-grigio del Mare Mediterraneo.
di Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
Per informazioni: ema_v@msn.com
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