I cosiddetti vigili del fuoco discontinui sono indispensabili per la sopravvivenza di molti comandi territoriali; nonostante ciò rimangono lavoratori senza contratto e tutele
Mercoledì scorso a Genova, in occasione dello sciopero organizzato dalla Confederazione europea dei sindacati, sono scesi in piazza anche i vigili del fuoco per protestare contro i tagli del ministero degli Interni e contro la riforma pensionistica del ministro Fornero.
Nel capoluogo ligure, come in altre città, hanno partecipato al corteo anche i vigili del fuoco discontinui che, solo a Genova, sono alcune centinaia. Moltissimi ma purtroppo ancora quasi invisibili. Indispensabili, perché senza di loro molti comandi non potrebbero restare neppure aperti. La situazione dei discontinui è resa ogni giorno più grave a causa dei continui tagli ministeriali e dalla completa mancanza di rispetto nei tempi di pagamento dei loro stipendi.
«Circa 30 mila vigili del fuoco discontinui sono chiamati in Italia a sopperire alle ormai croniche mancanze di organico dei diversi comandi dislocati in tutta la penisola – spiega Maruska Piredda, consigliere regionale Idv e presidente dell’Alvip (Associazione lavoratori vittime del precariato) – svolgendo non un ruolo di ausilio nelle gravi emergenze, come invece dovrebbe essere, ma di completamento degli organici dei colleghi stabilizzati».
«Sono precari “sui generis” – spiega Luca Infantino, responsabile Cgil vigili del fuoco – Parliamo di lavoratori senza nessun tipo di contratto, neppure a termine».
Il loro unico contratto è infatti rappresentato dalla telefonata che ricevono dall’ufficio personale quando vengono chiamati in servizio. Non esiste una normale struttura contrattuale – come siamo abituati a conoscere – bensì solo dei regolamenti che sanciscono i compiti e i doveri dei lavoratori. I diritti infatti si contano sulle dita di una mano.
L’assicurazione – per quanto riguarda molteplici aspetti – non tutela i pompieri discontinui in maniera paritaria rispetto ai loro colleghi stabili. E anche per quanto riguarda la salute, le carenze sono notevoli.
«Lo scorso 29 dicembre, insieme al presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, abbiamo portato all’attenzione del ministro degli Interni Cancellieri l’annoso problema dei vigili precari – sottolinea Piredda – All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti delle associazioni dei discontinui. Purtroppo, a quasi un anno di distanza, non abbiamo visto un seguito significativo nelle sedi istituzionali competenti».
Al contrario, con l’aumento dell’età pensionabile introdotta dalla riforma Fornero «Sempre più vigili del fuoco stabilizzati sono costretti a rimanere operativi, anche oltre la soglia dei sessant’anni, perché non è prevista la loro sostituzione con colleghi più giovani – continua il consigliere Idv – Gli stessi vigili stabilizzati chiedono a gran voce che, almeno parte dei colleghi discontinui, vengano assunti in pianta stabile nell’organico del corpo».
Ma dal ministero degli Interni, ancora non è arrivata nessuna risposta.
Da anni la musica non cambia «E oggi anche molti discontinui iniziano ad avere i capelli bianchi, continuano a percepire lo stipendio con ritardi che superano i tre mesi, a lavorare nella più assoluta precarietà e con dispositivi di protezione individuale insufficienti o logori – conclude Piredda – Tutto questo accade nella più assoluta indifferenza del governo e dei partiti che lo sostengono».
Matteo Quadrone