Una ricchezza per la collettività a cielo aperto, che preserva e valorizza migliaia di specie vegetali, spesso estinte in natura o a rischio di estinzione
Come abbiamo brevemente anticipato nello scorso articolo, i Kew Gardens dimostrano come un bene originariamente privato abbia potuto evolversi e trasformarsi in una ricchezza per la collettività e possa, al tempo stesso, assommare i pregi di un giardino a quelli di un “laboratorio” a cielo aperto, che preserva e valorizza migliaia di specie vegetali, spesso estinte in natura o a rischio di estinzione.
Se avrete occasione di fare un giro a Londra, varrà sicuramente la pena visitare i Kew Gardens. Essi si trovano a pochi minuti dal centro della città, sono facilmente raggiungibili in metropolitana e valgono sicuramente la fatica del viaggio.
I Royal Botanic Gardens presentano infatti sia piante di ogni genere e varietà (sono presenti, solo per le orchidee, più di cinquemila specie), da quelle per il giardino roccioso, a quelle tropicali o a quelle acquatiche, che interessanti e “listed” edifici (cioè tutelati dal competenti Autorità per i beni culturali).
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Il primo tra tutti è rappresentato da una alta costruzione orientaleggiante, su più piani, noto come la Pagoda e costruita nel settecento sulla base dello stile all’epoca dominante. La più celebre ed antica tra le molte serre è, invece, la Palm House. Essa venne progettata in un luogo limitrofo ad uno specchio d’acqua in modo da riflettersi sulla sua superficie così da accrescere l’effetto di stupore sull’osservatore. Venne inoltre realizzata con l’acciaio usato nella costruzione delle navi. Tale espediente permise così di ampliare al massimo la larghezza intercorrente tra i pilastri interni dell’edificio, con grande beneficio dello spazio da adibire alle piante. Merita anche una menzione l’ultra moderna struttura Princess of Wales Conservatory, che ha fatto dell’efficienza energetica la sua principale prerogativa. All’interno dell’esteso parco si trova infine anche una antica dimora secentesca con annesso giardino, Wakehurst Place.
Da un punto di vista botanico, i Kew Gardens non potranno deludere neppure il più appassionato dei botanici.
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La Palm House contiene infatti una ricca raccolta di palme ed altre analoghe piante, la collocazione dell’insieme è molto curata ed estremamente suggestiva. Le varie specie si intrecciano, infatti, tra loro sotto le volte della antica struttura in ferro e vetro, alcune piante fiorite adatte ai climi caldi spuntano tra le verzure ed infine piccoli uccelli si librano nell’aria. La serra è poi dotata, nella sua parte più alta, di una sorta di balconata in ghisa, raggiungibile a mezzo di scalette a chiocciola.
Dall’alto la vista è davvero particolare, sembra infatti di trovarsi nel mezzo di una foresta tropicale e si ha inoltre l’inusuale opportunità di cogliere le singole varietà di piante da una distanza estremamente ridotta. Queste ultime sono tutte saggiamente potate, tanto da non scorgere neppure i tagli o i rami ridimensionati nel tempo. L’insieme è molto spontaneo e naturale, mille toni di verdi e molteplici tipologie di foglie fanno dimenticare di trovarsi all’interno di un luogo chiuso, in un paese europeo e per di più a pochi chilometri dal centro di una moderna ed urbanizzata capitale, come è Londra.
Le molte altre serre dei Kew Garden racchiudono infine strepitose raccolte di piante grasse, provenienti dai più disparati deserti del pianeta. Anche qui l’intenditore come il semplice curioso avrà modo di approfondire le proprie conoscenze o di restare semplicemente stupido di fronte all’enorme varietà di forme, colori e fioriture esistenti nel pianeta.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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