Viaggio nel quartiere genovese. La lenta e faticosa ripresa delle attività fra Borgo Incrociati e via Canevari, la nuova fermata della metropolitana in piazza Martinez e l'ambizioso progetto per la riqualificazione delle aree dismesse delle ferrovie
La scorsa puntata di #EraOnTheRoad ci ha portato a San Fruttuoso, precisamente da Borgo Incrociati a piazza Terralba, un tragitto breve ma al centro di almeno tre questioni aperte di assoluto rilievo: la situazione concreta e gli umori della popolazione dopo gli eventi alluvionali, la nuova fermata della metropolitana in piazza Martinez e la riqualificazione urbana dei parchi ferroviari dismessi di Terralba.
Il nostro percorso è partito proprio da Via Borgo degli Incrociati, dove purtroppo sono ancora evidenti i segni del passaggio dell’acqua fuoriuscita dal Bisagno. I danni causati dall’alluvione sono stati così gravi che, nonostante l’indefesso lavoro di proprietari e volontari, molti esercizi commerciali non hanno ancora potuto riaprire i battenti.
“La parola d’ordine è disastro” ci spiega al telefono il presidente del CIV Stefano di Bert”.
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— Era Superba (@EraSuperba) 30 Ottobre 2014
«La parola d’ordine che riassume in pieno la situazione è disastro – ci spiega il presidente del CIV locale Stefano di Bert – Chi si sta riorganizzando per riaprire lo fa con le proprie forze e senza alcuna garanzia, singolarmente o in gruppo con altri cittadini. Stiamo seguendo passo passo le attività poste in essere dal Comune, ma non siamo soddisfatti. Sembra che non riusciamo a trovare nessuno in grado di ascoltarci ed aiutarci veramente”.
Infatti, accanto a chi è al lavoro per riaprire la propria attività nel Borgo, c’è anche chi ha deciso di trasferirsi altrove, o semplicemente non se la sente di investire nuovamente, come testimoniano gli avvisi affissi sui muri: troppa la paura di nuove alluvioni, visto che quei “grandi lavori di ingegneria civile idraulica”, come li ha definiti il sindaco Marco Doria, sono ancora una prospettiva lontana nel tempo.
Non tutti però sono in grado di ripartire in queste condizioni, come testimonia questo avviso #EraOnTheRoad pic.twitter.com/G6LQIptu7l
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In via Canevari purtroppo la situazione è analoga, tanta rabbia e un sacco di lavori in corso. «Ci sentiamo abbandonati – spiega una commerciante – le istituzioni non ci stanno aiutando abbastanza, abbiamo chiesto una dilazione del pagameneto delle imposte comunali maggiore di quella che il sindaco ha già garantito, ma la risposta è stata negativa. In queste condizioni io non sono in grado di tenere aperto, qua non si vede bene– dice indicando il mobilio del suo negozio – ma fra le altre cose io avrei da cambiare tutto in negozio, il legno è fradicio, ammuffito, e tende a rompersi, ma chi ce li ha i soldi? Gli unici che veramente si sono resi utili in questo periodo sono i volontari, ai quali deve andare un grande ringraziamento».
Fra gli operatori c’è chi esprime la sua rabbia esponendo uno striscione che ricorda il rapido succedersi dal 2011 ad oggi di due alluvioni, sottolineando la paura per il futuro, così come chi esercita la sua professione in un locale privo di porta d’ingresso, sperando che arrivino finanziamenti in grado di risolvere il problema. Si rischia la fuga di molte attività dall’area con la prospettiva infelice di una rapida desertificazione della zona.
Abbiamo poi percorso Via Canevari fino a raggiungere la metropolitana di Brignole, ancora danneggiata dall’alluvione: corse ridotte con una frequenza di un viaggio ogni otto minuti a causa dell’allagamento di alcuni treni, ed un ingresso alla stazione ancora inagibile.
Proprio il tema metropolitana ci porterà ora in Piazza Martinez, dove è prevista una nuova stazione. #EraOnTheRoad pic.twitter.com/8FUw0loMZ2
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E proprio il tema della metropolitana ha portato la diretta fino a piazza Martinez, dove, alle spalle della scuola, dovrebbe sorgere una nuova stazione della metropolitana.
Giunti sul posto abbiamo cercato di capire quale fosse l’opinione dei residenti sul progetto: «I miei timori sono sul fonte dell’ordine pubblico –spiega una signora – la situazione di Piazza Martinez, specialmente di notte, è pericolosa, non vorremmo un peggioramento. Temo poi che i lavori possano mettere a rischio la stabilità del nostro palazzo che è particolarmente vicino all’area destinata alla nuova stazione e ha già dei problemi alle fondamenta».
Un’altra residente dichiara con amara ironia: «Una fermata della metropolitana qua sarebbe meravigliosa! Basta che dal Comune ci mandino tutti a fare dei corsi di nuoto e poi può funzionare! Qua sottoterra è pieno di rivi e falde acquifere, pensino bene prima di mettersi a scavare». In realtà bisogna sottolineare che i lavori previsti per la realizzazione di questa tratta della metropolitana dovrebbero essere compiuti in superfice, senza scavi di sorta, anche per quanto riguarda la stazione (qui l’approfondimento).
Il comitato, con università e Municipio, ha già presentato 10 progetti di riqualificazione dell’area #EraOnTheRoad pic.twitter.com/WZNVDiFXU6
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L’area destinata alla nuova stazione si trova all’interno del parco ferroviario che separa San Fruttuoso da corso Gastaldi e si estende dalla zona di piazza Giusti fino a Terralba. Ed è proprio questa grande porzione di terreno, di proprietà di Ferrovie dello Stato, ad essere al centro dell’ultima tappa del nostro sopralluogo.
Il parco ferroviario, attualmente ancora in parte operativo nelle sue funzioni di rimessa per motrici e convogli, è destinato per decisione della proprietà alla dismissione, in parte per la realizzazione della nuova stazione della metropolitana (con la speranza di poter poi arrivare sino a Terralba con ascensore di collegamento all’ospedale San Martino).
Per quanto riguarda il futuro utilizzo del grosso degli spazi rimane ancora il punto interrogativo; con il nuovo PUC in approvazione il grado di incertezza sul futuro di questo grande lenzuolo di terra incastrato tra San Martino e San Fruttuoso rimane alto.
Il dibattito pubblico sul parco ferroviario conosce tuttavia un momento di grande crescita, grazie all’attività del Comitato NO Cementificazione Terralba e della sponda offerta dall’Università e dal Municipio Bassa Val Bisagno.
«Abbiamo paura– spiega Sabina Leale del comitato cittadino – che le ferrovie vogliano fare un’operazione che preveda nuova cubatura e nuovo cemento. La zona, da sempre giudicata a rischio idrogeologico, è addirittura passata con l’ultimo piano di bacino nella fascia di rischio massima. Non si può pensare di rendere impermeabile all’acqua anche questa porzione di territorio. Secondo noi l’area andrebbe restituita alla città, magari con la realizzazione di uno spazio verde, adatto alla socialità, che unirebbe San Fruttuoso, San Martino e il centro città».
Il 14 ottobre scorso il comitato ha presentato, presso il circolo ARCI Zenzero, una mostra che riunisce dieci progetti di riqualificazione dell’area, realizzati in collaborazione con l’Università di Architettura. Si tratta di lavori prodotti da studenti del corso di architettura del paesaggio sotto il coordinamento della professoressa Adriana Ghersi.
Questa mostra verrà a breve nuovamente esposta, dal 3 al 7 novembre, nei locali del Municipio Bassa Val Bisagno presso la Sala del Consiglio in Via Manzoni 1. «Sono progetti realizzati tenendo conto della normativa vigente e di quella in corso di approvazione – tiene a precisare il presidente del Municipio Massimo Ferrante – Non si tratta di progetti virtuali, ma di piani di riqualificazione operativi e realistici. Gli studenti sono intervenuti su tutta l’area da Terralba a piazza Giusti, anche se al momento non è chiaro quali siano le intenzioni della proprietà. Certamente per legge qualunque intervento deve essere immaginato senza l’aumento della cubatura, ed anche per quanto riguarda la destinazione d’uso la normativa pone forti vincoli, resi ancora più stringenti dall’intervento della giunta Doria sul PUC ereditato dall’amministrazione Vincenzi».
«Per l’area – conclude Ferrante – immaginiamo spazi verdi, servizi, attività produttive, non certo hotel o nuovi lotti residenziali, ed in quest’ottica ci sembra importante partecipare in sinergia con altre istituzioni e cittadini ad un vero e proprio dibattito sulla questione. Si tratta di dinamiche che in altri paesi sono la norma, ma spesso nel nostro paese sembriamo ignorare il valore di queste buone pratiche di collaborazione e sinergia”.
Effettivamente l’ipotesi di creare un parco che unisca i quartieri di San Fruttuoso e San Martino è molto suggestiva, e potrebbe forse dare respiro e qualità della vita ad una zona di Genova densamente popolata, costretta in spazi relativamente stretti e scollegati. Non rimane che attendere l’approvazione del nuovo PUC, attesa non prima di dicembre, per capire meglio i margini di manovre che avranno FS e Comune; nel frattempo invitiamo tutti ad andare a vedere dal 3 novembre i progetti per il parco ferroviario nella Sala del Consiglio del Municipio in via Manzoni.
Carlo Ramoino