Giovedì 23 e venerdì 24 maggio 2013 nei locali di Villa Imperiale di Terralba, incontri, tavole rotonde e visite guidate aperte alla cittadinanza per la rivalutazione architettonica della Villa
Con il patronato del Municipio 3 Bassa Valbisagno si svolgerà nelle giornate di oggi e domani, giovedì 23 e venerdì 24 maggio 2013, nei locali di Villa Imperiale, a San Fruttuoso, il Convegno di Studio Cittadino sul tema “Il ruolo di Villa Imperiale di Terralba nello sviluppo culturale della città”.
Presso la Sala Cambiaso della biblioteca civica Lercari, all’interno della Villa, sono previsti una serie di incontri aperti all’intera cittadinanza e alla presenza dei rappresentanti municipali (primo tra tutti, il Presidente Massimo Ferrante) e del Centro Terralba, con la presidente Marisa Romano. Due giorni di dialogo, tavole rotonde e visite guidate, per parlare dei problemi –soprattutto manutentivi- della Villa e del Parco, e per decidere del suo futuro.
Questa mattina, gli appuntamenti sono stati aperti con i saluti del Presidente Ferrante e del Consigliere Comunale Alberto Pandolfo, in rappresentanza dell’amministrazione comunale e in rappresentanza del sindaco Doria, assente a causa di impegni istituzionali. Proprio Pandolfo commenta: «Essere qui oggi ad aprire questa due giorni di meeting ha un grande valore per me. Lo stesso era stato in occasione dell’inaugurazione del Museo Navale di Pegli, in cui ho avuto modo personalmente di constatare come quello che è un presidio culturale ha assunto altri significati sociali e formativi e si è confermato un elemento essenziale e vitale per la nostra città. Da parte nostra, è confermato l’impegno per rendere questi luoghi sempre più utilizzati e variamente sfruttati a beneficio della cittadinanza. Ben vengano questi convegni, per favorire l’interesse e l’attenzione per questo grande patrimonio di cui disponiamo e che spesso ignoriamo».
Ai saluti è seguita la tavola rotonda a cura di Erminia Federico, con gli interventi dei professori Paolo Torsello, Raimondo Sirotti, Bruno Bruzzone, Teresita Totis, Ettore Zauli e dall’architetto Matteo Marino. Tra i temi affrontati, quello del restauro dell’edificio e dell’attuale mancanza di alcuni dipinti prima ospitati dalla Villa, ora conservati –intuilizzati- in qualche magazzino del Comune: un vuoto pesante, commenta Sirotti, per cui si deve fare di tutto per far tornare i dipinti al loro posto e permettere alla cittadinanza di goderne.
Particolarmente accorato e ispirante l’intervento dell’architetto Matteo Marino. Consulente del Centro Culturale Terralba (tra le altre cose), Marino -espresso il rammarico per l’assenza delle istituzioni, che dovevano essere i veri recettori delle discussioni odierne, ed espresso l’auspicio per un intervento inserito in una strategia intelligente- parla della necessità di un lavoro di restauro oculato. Villa Imperiale va vista in un contesto più ampio e non solo architettonico: non è un problema murale, ma di comprensione della logica costruttiva di questa villa. L’edificio è stato pensato per perdurare nel tempo ed essere utilizzato dagli studenti e dai cittadini tutti. Per questo motivo è necessario sì un restauro, ma non nel senso della ricomposizione asettica: il salone di prima, in senso storico, non esiste più e la villa è da ripensare in termini funzionali e moderni.
Quanta trascuratezza possiamo tollerare? Possiamo assumere la prospettiva anglosassone della “trascuratezza controllata”? «Sì, nel caso ad esempio delle arcate del ponte di Sant’Agata, da mantenere così com’è e da preservare dall’azione del tempo – commenta l’architetto Marino – No, nel caso del la villa, per cui è necessaria un’azione di manutenzione importante e articolata, che conservi la memoria storica e permetta al contempo un nuovo utilizzo produttivo». Non si deve assumere un’ottica ristretta e lasciare la villa come un quadro in una cornice abbandonata, valorizzando non solo la limitrofa Piazza Terralba, per esempio, o le situazioni a monte. «Dobbiamo difendere ogni pezzo di questa città – continua Marino – per dare senso di appartenenza anche alle ondate migratorie che hanno permesso a Genova di sopravvivere fino ad oggi. Dobbiamo elevare al qualità della città non spendendo soldi pubblici ma facendo agire le parti cittadine di concerto per migliorare la vivibilità. A Villa Imperiale, come ad esempio a Villa Donghi, in Salita della Noce: servono programmi e azioni concertistiche per combattere la trascuratezza. Io mi batto con spirito volontaristico e penso che ognuno possa fare molto per la proprio comunità, prendendo coscienza delle problematiche e facendo di Genova una città accogliente».
Altro fattore importante e non trascurabile, il verde: il parco della Villa ha anch’esso un valore culturale e storico non trascurabile, che lo rendono patrimonio di tutta la cittadinanza. «A tale proposito, è stato prevista –racconta Bruzzone, del Comitato Amici di Villa Imperiale – l’adesione da parte di un gruppo di volontari (per esempio, persone agli arresti domiciliari o soggetti che affrontano percorsi di recupero) che danno aiuto per il mantenimento del parco in buono stato, coordinati da esperti. A Genova ci sono varie associazioni volontaristiche per la cura dei parchi, ma manca un maggior coordinamento da parte di Comune e Regione, per gestire al meglio questa situazione».
Interessante anche il progetto di Teresita Totis, di catalogazione delle piante del parco e di giardinaggio vero e proprio, che ha coinvolto in prima persona gli alunni delle scuole, con il duplice scopo di curare un bene pubblico e sensibilizzare i giovani verso oggetti, come le piante, che fanno parte del nostro arredo urbano. Interviene anche Ettore Zauli, ex direttore del Settore Servizio Giardini e Foreste del Comune di Genova, che offre la visione istituzionale-amministrativa sulla problematica, inserendo la villa nella catena di parchi storici e di patrimonio verde, di cui Genova è così ben fornita. «La gestione di un parco storico costa -commenta Zauli- le stime si aggirano attorno ai 6, 7 euro al metro quadrato e, su una superficie come quella della Villa di circa 22.700 mq, occorrerebbero cifre smisurate, che non possono essere sborsate. Nemmeno gli addetti al verde degli uffici comunali sanno quanto effettivamente venga speso per la manutenzione di tutti i parchi: scorporato l’ex-Servizio Giardini del Comune, una parte è oggi amministrata da ASTER, un’altra dai Municipi. Si sono perse così molte professionalità (fabbri, artigiani, restauratori) difficili da recuperare e si sono scorporate le attribuzioni, per cui oggi non è possibile capire quanto e come viene effettivamente speso per la manutenzione. Molti parchi, inoltre, come quello di Villa Imperiale, vive grazie al servizio dei volontari: se questo parco oggi è in queste condizioni lo dobbiamo al lavoro di queste persone».
Così commenta questa prima mezza giornata di convegno il presidente del Municipio Massimo Ferrante:
«Questo convegno è stato voluto fortemente da noi perché cerchiamo di promuovere una politica di rivalutazione della Villa, dal punto di vista storico, culturale e architettonico. Si tratta di un patrimonio importante per la nostra città: costruita nel XVI secolo, la villa ha ospitato varie personalità degne di nota, tra cui anche Luigi XIII. Ancora oggi svolge un ruolo importante per la comunità genovese e in particolare per il quartiere di San Fruttuoso-San Martino, tanto che non da ultimo lo scorso 29 aprile si sono svolte qui le celebrazioni per la consegna del Grifo a Salvatore Settis, premiato alla presenza mia e del Sindaco Doria in considerazione del valore delle sue attività di archeologo e storico, e il suo impegno nella difesa del paesaggio e la tutela del territorio. Inoltre, anche la consegna del Grifo d’Argento a vari personaggi del mondo della cultura, sempre svolte da Municipio e Comune, in partnership con la Fondazione Palazzo Ducale. Per quanto riguarda queste due giornate, è soprattutto importante sottolineare la presenza del Centro Terralba, soggetto attivo e molto adatto a promuovere la rivalutazione architettonica del sito».
Elettra Antognetti