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Conosciute come droghe intelligenti (come le bombe), le "smart drugs" sono sostanze vegetali alle quali vengono aggiunte molecole di sintesi
Dai laboratori chimici dell’Agenzia delle Dogane di Genova arriva la notizia dell’individuazione di un nuova sostanza stupefacente che rientra nella categoria delle cosiddette “smart drugs“. E’ denominata CRA-13 e si tratta di un cannabinoide sintetico non ancora inserito nella Tabella I del D.P.R. 309/90, composto da molecole create per fini di ricerca medica e farmacologica e introdotto nel mercato illecito per l’azione stupefacente addirittura superiore a quella della cannabis naturale.
E’ la prima volta in Italia che viene segnalato questo prodotto e la Direzione Centrale per l’Analisi Merceologica e per lo Sviluppo dei Laboratori Chimici ha inviato il risultato ottenuto al Sistema Nazionale di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe, il National Early Warning System (N.E.W.S.), per la diffusione di livelli di attenzione e allerta sul territorio nazionale.
Ma, che cosa sono le “smart drugs”?
I cannabinoidi sintetici o “smart drugs” (ma anche “herbal highs” o “legal drugs”) sono il risultato dell’addizione di prodotti di origine naturale con molecole di sintesi che vengono aggiunte alla miscela vegetale senza alcun controllo tossicologico e farmaceutico. I risultati di laboratorio sono poi commercializzati con varie denominazioni e confezionamenti, talvolta facilitati dal fatto che alcune di queste molecole non sono vietate dalle leggi vigenti. E’ possibile inoltre che il principio attivo contenuto nelle parti fresche o secche delle piante vendute come “smart drugs” sia presente nelle Tabelle delle sostanze stupefacenti, ma non sia presente né
la pianta, né parti di essa, il che rende automaticamente legale la sua vendita.
Sono infatti assolutamente legali gli “Smart Shop”, negozi presenti in diverse nazioni europee (un centinaio in Italia) specializzati nella vendita di stupefacenti di origine naturale e sintetica (in quest’ultimo caso si tratta di capsule contenenti aminoacidi, neurotrasmettitori tipo GABA ecc.) con marchio CE, ma vendono anche prodotti destinati alla coltivazione di piante (soprattutto funghi e canapa). Ancora più semplice è l’acquisto di questi prodotti attraverso il web, vengono venduti ad un prezzo medio di 25 euro, magari sotto forma di incensi o profumi d’ambiente con indicazione di divieto per uso umano, sebbene esistano poi altri siti che spiegano dettagliatamente le modalità di assunzione.
Sul documento ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma si legge: “La definizione di “smart drugs” è in continuo cambiamento, non solo per i diversi tipi di sostanze che di volta in volta rientrano in questa categoria (come appunto il neo arrivato Cra-13 n.d.r.) , ma anche da un punto di vista concettuale e culturale. Negli anni ‘90 il termine si diffuse negli Stati Uniti per indicare alcuni farmaci usati in medicina come coadiuvanti delle malattie senili […], una serie di sostanze con “azione sul cervello”, dette “nootropiche”, in grado di resuscitare ricordi dimenticati, di aumentare il quoziente di intelligenza, di aumentare la potenza sessuale, come ad esempio il piracetam o la lecitina. In realtà la dizione “americana” di “Smart Drugs” è rimasta invariata nel tempo: ancora oggi negli Stati Uniti le “smart drugs” sono una serie di sostanze farmacologicamente attive, che comprendono anche gli steroidi, in grado di agire sulla “performance” generale dell’individuo. A partire dalla fine degli anni ’90, invece, in Europa arriva la moda studentesca dell’uso di sostanze naturali o sintetiche vendibili legalmente con presunte indicazioni di efficacia sulla concentrazione e sulla memoria o con proprietà psicoattive”.