Era Superba magazine online dedicato alla città di Genova. Notizie, inchieste e interviste, video e rubriche di approfondimento

  • Home
  • Notizie
  • Approfondimenti
  • Ambiente
  • La città che cambia
  • Interviste
  • Editoriali
  • Seguici
    • Facebook
    • Twitter
    • RSS Feed
    • LinkedIn
    • Youtube

L’Italia boccia la legge “bavaglio al web”, in USA la disputa prosegue

In Italia decade la proposta di Gianni Fava, negli States continua la discussione intorno alla legge Sopa. Il diritto d'autore sul web diventa una questione sempre più delicata e difficile da risolvere


2 Febbraio 2012Notizie

InternetEra esploso il putiferio. La Lega per mano/bocca di Gianni Fava aveva proposto un emendamento per imporre ai fornitori di servizi internet di rimuovere dalla rete contenuti “soggettivamente” considerati illeciti. L’avevano soprannominata “legge bavaglio al web“, se fosse stata introdotta una qualunque persona avrebbe potuto richiedere la rimozione di un’informazione da lui stesso considerata illecita.

La norma e’ stata bocciata con l’approvazione di sei identici emendamenti soppressivi presentati da Pdl, Idv, Fli, Api, Pd e Udc. Secondo i contestatori della “legge Fava”, sarebbero stati interessati dal provvedimento tutti i siti (anche quelli giornalistici) e i social network come Facebook e Twitter. Chiunque avesse scritto a un server o un provider avrebbe ottenuto la censura di una notizia o di qualsiasi altro contenuto, compresa la pubblicità.

Già al momento della proposta molti parlamentari si erano schierati contro considerando ciò una forma inaccettabile di censura del web. Ecco un estratto dell’emendamento che Sandro Gozi, capogruppo democratico in commissione Politiche dell’Unione europea e Silvia Velo, vicepresidente della Commissione Trasporti presentarono subito dopo la proposta della Lega:

“La norma della legge Comunitaria che impone ai fornitori di servizi Internet di rimuovere dalla rete contenuti ritenuti illeciti crea una serie di distorsioni contrarie all’intento originario del legislatore europeo e italiano. Per questo abbiamo presentato un emendamento soppressivo. Quella norma potrebbe avere gravi conseguenze in termini di libertà di espressione e di sviluppo del mercato digitale italiano. Il prestatore del servizio, agendo in qualità di mero intermediario non ha la capacità né il compito di accertarsi se i contenuti segnalati siano effettivamente illeciti.”

Dall’altra parte dell’oceano, intanto, la disputa Sopa/Pipa (Stop – Online- Privacy – Act & Protect Intellectual Property Act) non è tramontata. Dopo le minacce di sciopero da parte di Google e Yahoo! e l’oscuramento di Wikipedia del 18 gennaio, il voto è stato rimandato e i candidati alla Casa Bianca (come lo stesso presidente Obama) hanno piano piano preso le distanze dal provvedimento proposto del senatore texano Smith che sino a poco tempo fa sembrava poter mettere tutti d’accordo.

La legge, nella sua stesura originale, permetterebbe ai titolari di copyright statunitensi di agire direttamente per impedire la diffusione di contenuti protetti e al Dipartimento di Giustizia di procedere legalmente contro i siti web accusati di diffondere o facilitare le infrazioni del diritto d’autore.

Con una comunicazione ufficiale  il 20 gennaio è lo stesso Smith a fare il punto della situazione dichiarandosi disponibile a rivedere il provvedimento, non certo a ritirarlo: “[…] Il problema della pirateria online è troppo grande per essere ignorato. Le industrie di proprietà intellettuale americana forniscono 19 milioni di posti di lavoro ben retribuiti e rappresentano più del 60% delle esportazioni degli Stati Uniti. Il furto di proprietà intellettuale costa all’economia degli Stati Uniti più di 100 miliardi di dollari all’anno e provoca la perdita di migliaia di posti di lavoro. Non possiamo stare a guardare e non fare nulla mentre queste istituzioni americane subiscono attacchi. Il furto on-line di proprietà intellettuale non è diverso dal furto dei prodotti di un negozio qualunque. E ‘illegale e la legge deve essere applicata sia nel negozio che su internet“.

“Continueremo a lavorare con i proprietari dei diritti d’autore e le aziende Internet, chiederemo alle istituzioni finanziarie di sviluppare proposte per combattere la pirateria online e proteggere il copyright americano. Sono ben accetti contributi da parte di tutte le organizzazioni e i singoli individui che hanno proposte diverse dalle mie per affrontare questo problema.”

Si tratta senza ombra di dubbio di un argomento delicato. Nei giorni scorsi Era Superba ha intervistato l’avvocato Elena Bassoli, esperto di diritto dell’informatica e nuove tecnologie. Le abbiamo chiesto, molto semplicemente, se è illegale scaricare contenuti coperti da copyright dalla rete internet. La risposta è stata altrettanto semplice: no, se non lo si fa a scopo di lucro, non è reato.

E la riflessione sul futuro del diritto d’autore sul web prosegue…

 

Gabriele Serpe


  • diritti, legge
  • tweet
Potrebbe interessarti anche
  • Caruggi in ‘gabbia’, freno al degrado o alla libertà di circolazione? Il centro storico a rischio asfissia
    Caruggi in ‘gabbia’, freno al degrado o alla libertà di circolazione? Il centro storico a rischio asfissia
  • “Italiani, non sapete quello che state facendo”. Quando l’inferno è sulla terraferma, a pochi passi da noi
    “Italiani, non sapete quello che state facendo”. Quando l’inferno è sulla terraferma, a pochi passi da noi
  • Diritti, perché c’è ancora bisogno di ‘Pride’, soprattutto per il mondo etero
    Diritti, perché c’è ancora bisogno di ‘Pride’, soprattutto per il mondo etero
  • Carcere, a Marassi 228 detenuti in più rispetto a capienza. In tutta la regione mancano 250 agenti di Polizia Penitenziaria
    Carcere, a Marassi 228 detenuti in più rispetto a capienza. In tutta la regione mancano 250 agenti di Polizia Penitenziaria
Altri articoli di questa categoria
  • Ripresa e resilienza? Meno pubblico e più privato. Ma le concessioni balneari non le tocca nessuno
    Ripresa e resilienza? Meno pubblico e più privato. Ma le concessioni balneari non le tocca nessuno
  • Un anno di corsie ciclabili, ma la guerra per lo spazio urbano non è finita: in che città vogliamo vivere?
    Un anno di corsie ciclabili, ma la guerra per lo spazio urbano non è finita: in che città vogliamo vivere?
  • Potenza e fragilità della globalizzazione: ciò che svela il blocco di Suez
    Potenza e fragilità della globalizzazione: ciò che svela il blocco di Suez
  • Rotta balcanica e le responsabilità europee: intervista a Brando Benifei
    Rotta balcanica e le responsabilità europee: intervista a Brando Benifei

Lascia un Commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Libri

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

Ludovica Squadrilli ci racconta come si possano intrecciare socialità e impegno civico
‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

Editoriali

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Cosa è cambiato in questi anni, e cosa è rimasto uguale: decine di viadotti arrivati a fine vita, per i quali "manca solo la data del decesso"
Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Genova Anno Zero: Ponte Morandi

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

A cinque anni dal crollo la città è ancora sotto l’ipnosi di una rinascita che non c’è
Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Ne demolissero altri cento

Ne demolissero altri cento

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Seguici su Twitter e Facebook

Tweets von @"Era Superba"

Archivio Articoli

Era Superba - Copyright © 2025 | Codice ISSN 2281-471X
  • Contatti
  • Redazione
  • Privacy
  • Archivio Rivista