Un prezioso osservatorio nato da un'idea di Vincenzo Rubano, studente diciassettenne non vedente di Lecce
Un sito per spingere le persone ad “aprire gli occhi”, uno spazio web per denunciare pubblicamente programmi e siti inaccessibili, in particolare per gli utenti non vedenti. Qualunque cittadino è invitato a collaborare segnalando siti e programmi che – sul fronte dell’accessibilità – presentano carenze o sono del tutto inadempienti. Parliamo del progetto “Ti tengo d’occhio” (www.titengodocchio.it) nato da un’idea di Vincenzo Rubano, studente diciassettenne non vedente dell’Istituto “Costa” di Lecce.
“Da sempre detesto le applicazioni ed i siti Web che non interagiscono correttamente con gli Screen Readers (letteralmente “lettore dello schermo”, un’applicazione software che identifica ed interpreta il testo mostrato sullo schermo di un computer, presentandolo ad un utente affetto da handicap visivo tramite sintesi vocale o attraverso un display braille) o, per dirlo in altri termini, che non sono accessibili – spiega Vincenzo – Nel mio piccolo ho sempre cercato di interagire con gli sviluppatori per segnalare i deficit nell’accessibilità dei loro programmi e/o siti Web, ottenendo più o meno “audience” a seconda della loro disponibilità a rendere i propri prodotti più accessibili per noi non vedenti“.
Tutto è partito dal sondaggio M’illumino di meno…ma ci “vedo” di più, lanciato sul web dallo stesso Vincenzo quasi un anno fa, il 18 febbraio 2011. Nell’ambito della giornata del Risparmio Energetico, promossa dalla trasmissione radiofonica Caterpillar, in onda su Rai Radio 2, in cui i cittadini sono invitati a contribuire alla creazione del silenzio energetico, spegnendo simbolicamente le luci ed usufruendo di fonti rinnovabili, l’istituto “Costa” ha partecipato con l’iniziativa ideata da Vincenzo.
“Visto che la categoria dei non vedenti, per motivi di forza maggiore, non può accorgersi delle luci che si spengono in casa, per strada o nelle piazze, ho pensato ad un modo originale per far partecipare all’iniziativa di Radio 2 anche tutte le persone che sono nelle mie condizioni – spiega Vincenzo nel suo spazio web, www.titengodocchio.it – Il 18 febbraio 2011, alle ore 18, anziché spegnere una luce, ho “acceso” questa pagina sul web con un sondaggio. Il questionario è rimasto “acceso” fino al 4 marzo ed era relativo all’uso delle nuove tecnologie (computer, internet, social network, ecc.) da parte dei non vedenti“.
“Spesso mi sento chiedere, con stupore, come sia possibile che un ragazzo non vedente possa utilizzare il pc, il web ed i servizi ad esso connessi o addirittura imparare a programmare nei linguaggi Html, Php, Css, Sql, ecc. – continua Vincenzo – La mia idea, quindi, vuole sfatare questa cattiva convinzione e dimostrare che vi sono molte persone che, pur non disponendo dell’uso della vista, sono assolutamente in grado di “vedere” un monitor! Partendo da questo presupposto, stiamo cercando allora di “accendere” l’attenzione pubblica sul delicato problema dell’accessibilità ai siti web e ai programmi per computer. Abbiamo quindi chiesto ai non vedenti di esprimere un personale “consiglio” da dare a programmatori e progettisti per far sì che da oggi in avanti non si trascuri più questo importante aspetto“.
Il sondaggio ha riscosso notevole successo ed ha evidenziato le carenze dei siti italiani. In particolare l’86% degli intervistati ritiene che l’accessibilità universale – vale a dire siti e programmi uguali per tutti – sia un approccio migliore rispetto a quello tradizionale che prevede l’uso di prodotti concepiti specificatamente per i non vedenti. E soprattutto il 62% ritiene che siano più della metà del totale, i siti italiani che necessitano di aggiustamenti per essere davvero accessibili.
Grazie all’incoraggiamento ricevuto dai partecipanti al sondaggio, Vincenzo si è spinto oltre e, come racconta “ho deciso di fare di più, di alzare il tiro tenendo d’occhio programmi e siti inaccessibili“.
Nasce così l’osservatorio “Ti tengo d’occhio” e la relativa “lista nera” contenente l’elenco di programmi e siti web che sono stati testati e trovati poco o per nulla accessibili.
Il primo sito bacchettato è quello dell’Istat, in particolare per quanto riguarda la compilazione del censimento online. La versione on-line del questionario è raggiungibile inserendo in una pagina del sito www.censimentopopolazione.istat.it il codice fiscale dell’intestatario ed una password alfanumerica, “entrambi riportati sulla prima pagina del questionario cartaceo“, sottolinea Vincenzo.
“In primo luogo, per ottenere la password necessaria per compilare la versione on-line del questionario, occorre chiedere aiuto ad un vedente – spiega Vincenzo – infatti la password è riportata sulla prima pagina del modulo cartaceo, non certo una forma accessibile per una persona non vedente. Una volta ottenuta la password ed eseguito il login, però, le difficoltà non sono finite! Accedendo al sito, infatti, ci si può accorgere facilmente che non tutto è stato strutturato come dovrebbe essere. Ci sono etichette non associate correttamente con i campi del modulo (e ciò significa che gli screen readers hanno difficoltà a leggere correttamente l’etichetta del campo che si sta compilando) e, ancora peggio, ci sono dei campi che non possono essere compilati, perché del tutto invisibili agli screen readers. Da non vedente, insomma, è impossibile compilare on-line il questionario!“.
“In questa situazione, dunque, le uniche possibilità a disposizione di un non vedente sono la compilazione del questionario in forma cartacea “chiedendo un occhio in prestito” (luogo comune utilizzato da noi non vedenti per indicare la richiesta di aiuto ad un vedente) o l’utilizzo del servizio di assistenza disponibile presso gli uffici del proprio comune di residenza – continua Vincenzo – Due alternative che, comunque, sono ben più scomode di una compilazione on-line!“.
“Questa inaccessibilità, come tutte le altre, non è che una vera e propria discriminazione – conclude Vincenzo – Ma essa è ancora più grave, se consideriamo che per garantire ai non vedenti la possibilità di compilare il questionario on-line alla pari dei vedenti, non è bastata neanche una legge (la cosiddetta “Legge Stanca”)“.
“L’Istat era perfettamente a conoscenza del problema – precisa Vincenzo – fin dalla pubblicazione della procedura di compilazione del questionario on-line, infatti, sono state indirizzate alla dirigenza dell’ente alcune denunce del problema. E nonostante ciò, nessuno ha mosso un dito per rimediare ad un “orrore” che non avrebbe dovuto neppure verificarsi!“.
Matteo Quadrone
Salve
il sito in oggetto appartiene ad una societa’ concessionaria di serviz
i pubblici.