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Il Centro Antiviolenza di Genova propone una serie di eventi, a partire da venerdì 31 maggio, per raccogliere fondi e sensibilizzare sui temi della violenza e discriminazione
Due giorni fa (martedì 28 maggio 2013, ndr) la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità la Convenzione di Istanbul, un documento redatto nel 2011 che vincolerà giuridicamente gli Stati a rispettare norme precise contro ogni forma di violenza sulle donne. Non solo violenza fisica – come testimoniano i numerosi casi di omicidi, stupri e aggressioni di cui la cronaca ci informa quotidianamente – ma anche psicologica ed economica, quest’ultimo caso riguardante anche la discriminazione delle donne sui luoghi di lavoro.
Ho usato il termine vincolerà perché la sua entrata in vigore presuppone la ratifica di almeno 10 Stati dell’Unione Europea: finora gli Stati ad averla approvata sono quattro – Albania, Montenegro, Repubblica Ceca e Turchia – cui si aggiungerà l’Italia se anche il Senato darà la sua approvazione.
Sono due i termini utilizzati per raggruppare in termini di fenomeno queste forme di violenza: il femmicidio è un termine usato in criminologia per indicare l’omicidio della donna in quanto donna, ossia i casi in cui le donne vengono uccise da chi ritiene siano andate oltre il “ruolo sociale” che dovrebbero occupare (moglie e madre, eterosessuale, sottomessa al controllo di un maschio nel proprio contesto familiare, etc)o in cui la morte di una donna è direttamente conseguente ad atti violenti o discriminatori. Il femminicidio ha invece un’accezione più ampia – anche se di fatto è un concetto ormai equiparato al femmicidio – e comprende tutte le forme di violazione dei diritti della donna in quanto donna, che ne annullano l’autodeterminazione e la libertà personale: maltrattamenti e violenza fisica, discriminazione sul lavoro o a scuola, condotte misogine.
A Genova sono attivi da alcuni anni i Centri Antiviolenza gestiti dalla Provincia, il cui ente capofila è sito in via Mascherona e ha nel suo staff operatrici dell’associazione Il cerchio delle Relazioni. Aperto nel 2009, ha accolto oltre 750 donne vittime di violenza, discriminazione o stalking. Nel solo 2013 (i dati arrivano fino al 23 maggio) il Centro ha già ricevuto 176 contatti.
I servizi del centro sono molteplici: accoglienza in strutture protette, sostegno psicologico e psicoterapeutico, consulenza legale, attività di informazione e sensibilizzazione, attività di sostegno ai figli.
Per sostenere le attività del Centro è in programma da domani (venerdì 31 maggio) una serie di eventi di sensibilizzazione (leggi il programma).
Il Centro è aperto al pubblico da lunedì a venerdì (ore 9-17, il venerdì fino alle 13) e si può contattare allo 010 20976222 o tramite mail a centroantiviolenza@comune.genova.it.