add_action('wp_head', function(){echo '';}, 1);
In Piazza dei Truogoli di Santa Brigida un consorzio di cinque attività che dal 2006 cerca di sconfiggere degrado e scarsa attrattiva con iniziative all'insegna di cultura e divertimento, facendo i conti con la crisi e la mancanza di aiuti
Vivere Santa Brigida è un consorzio che riunisce i titolari delle 5 attività commerciali che si affacciano sulla omonima Piazza dei Truogoli di Santa Brigida, tra via Prè e Via Balbi. Nato nel 2005-2006, il consorzio è stato fondato allo scopo di creare un sistema di esercizi commerciali virtuosi, in grado di contrastare l’allontanamento dei cittadini dal centro storico. Esso è gestito dai titolari degli esercizi della piazza che, dopo aver partecipato ad un bando comunale per l’assegnazione dei locali di Santa Brigida, si sono riuniti e hanno dato il via a una serie di iniziative culturali e di intrattenimento, per salvare la storica piazzetta dal degrado e per valorizzarla al meglio.
In base alle disposizioni del bando comunale, gli interessati avrebbero potuto prendere in gestione gli esercizi – allora deserti e scarni -, installarvi un proprio negozio e andare a costituire una società consortile con gli altri commercianti della piazza: si trattata di un’iniziativa disposta dall’ex Incubatore di Imprese, con il quale si era tentato di ridare vita al sestiere di Prè. I negozianti che decidevano di trasferirsi in zona ricevevano sovvenzioni dal Comune e godevano di particolari benefici. Fallito in Via Prè, i frutti dell’Incubatore si raccolgono ancora in Santa Brigida. Qui, lo scopo era promuovere la zona e invogliare giovani e meno giovani a riscoprire la bella location di Piazza dei Truogoli: da cineforum, a presentazioni di libri e mostre di pittura. Tutti i membri condividono il comune progetto di riqualificazione dell’area, iniziato anni fa dall’Amministrazione genovese ma, a detta loro, non ancora compiuto fino in fondo.
Al tempo della sua costituzione, le attività aderenti erano 7: il negozio di dischi e vinili Disco Club, la libreria di viaggio Finisterre, l’ottica Sessarego, il ristorante I 2 Truogoli, il negozio di outdoor Boni Sport, il negozietto di tè e cioccolate pregiate Muma e il laboratorio di fotografia e scultura Làbora. Nel tempo, le attività originarie sono uscite dal consorzio perché costrette a chiudere, ma al loro posto ne sono subentrate altre, così che oggi il consorzio è costituito da un totale di 5 esercizi. Questi si sono attivati per dare il via a una serie di iniziative di stampo diverso, a seconda degli interessi e delle competenze: da un paio d’anni è in corso la manifestazione Cinetruogoli, un cineforum all’aperto all’interno della piazza, con la proiezione di film d’autore, datati e più recenti. Ma non mancano nemmeno le mostre d’arte, esposizioni fotografiche e le presentazioni di libri, organizzate da Finisterre. In passato, il consorzio è riuscito a far arrivare a Santa Brigida anche personaggi degni di nota come Quentin Blake, illustratore di libri per bambini, famoso per le sue collaborazioni con Roal Dahl e Bianca Pitzorno.
«Dapprima le sovvenzioni comunali, anche in base a quanto disposto dal bando, erano più ingenti – raccontano i commercianti di Santa Brigida – Si puntava sulla riqualificazione di Prè. Nel tempo, poi, sono andate diminuendo, anche perché l’Amministrazione si è concentrata su altri obiettivi, come la Maddalena. Da 7 anni costituiamo un presidio nella piazza per mantenere vivo un angolo di città: quando abbiamo iniziato, i locali erano a nudo, a “scatola chiusa”, ed era difficile capire come sarebbero diventati una volta ultimati i lavori di finitura e tutto il resto. Alcuni di noi hanno avuto problemi perché i locali si sono rivelati particolarmente umidi e soggetti ad allagamenti (fino a 7 in 7 anni in un unico esercizio!)»
Dopo sette anni qual è il bilancio dell’iniziativa? Mentre sulla carta questa esperienza sembrava piena di buone potenzialità, nei fatti la situazione si è rivelata piena di problematiche e ostacoli. Quando hanno deciso di prendere in gestione i locali, i commercianti confidavano nel fatto che, grazie alla particolarità e bellezza della location e contando sulle sovvenzioni comunali, sarebbero riusciti a dare una svolta allo stallo in cui versava la zona. Presto, però, sono arrivati i problemi: intanto, l’inasprirsi della crisi economica, che non favorisce il commercio; poi, i pregiudizi sul quartiere, ancora radicati in molti genovesi e che spesso non vengono smentiti da chi di competenza; infine, l’aiuto economico da parte dell’Amministrazione, che è andato scemando.
«Ci siamo buttati in questa esperienza, ma è più difficile di quel che pensavamo. Continuiamo a lavorare per dare lustro alla suggestiva piazza, mantenendo una media di presenza sulla piazza decisamente maggiore rispetto alla contigua ma meno fortunata Via Prè. Tuttavia ci dobbiamo scontrare con la scarsa tolleranza dei residenti, che si lamentano per nostre iniziative troppo “rumorose” (come i Jazz-apertivi di qualche anno fa, in collaborazione con il Count Basie, costretti a chiudere) e con le reticenze di molti genovesi, per cui il centro storico finisce con Porta dei Vacca e non si spingono fino a Prè. Per molti è una zona pericolosa, ma io che ci vivo da anni posso sconfessare questo pregiudizio. Per altri, invece, è priva di attrattiva: Prè, Balbi, Gramsci sono considerate poco invitanti perché prive di bei negozi, ma c’è molto altro da vedere qui. Soprattutto, quel che non ci aiuta è la scarsa attenzione dell’Amministrazione: da anni sentiamo ripetere che sarà fatta una nuova segnaletica che colleghi Museo del Mare, Commenda di Prè e Castello d’Albertis, attraverso Piazza dei Truogoli, ma non si è visto ancora niente del genere. Soffriamo questa situazione di abbandono».
Elettra Antognetti
Questo articolo è stato scritto grazie ai sopralluoghi di #EraOnTheRoad. Contattaci per commenti, segnalazioni e domande: redazione@erasuperba.it