La Corte Costituzionale ha bocciato la possibilità di un referendum per l'abrogazione della legge Calderoli nonostante le 35.000 firme raccolte solo a Genova
Il referendum per l’abrogazione della legge Calderoli ha incassato una doppia bocciatura dalla Consulta. I quesiti per abbattere la così detta legge “Porcellum” sono stati respinti dalla Corte Costituzionale dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio. Il primo quesito presentato dal comitato promotore del referendum chiedeva l’abrogazione totale dell’attuale legge elettorale, mentre il secondo proponeva l’abrogazione di una parte del testo di legge.
Risultano dunque vane le 35.000 firme raccolte nella sola Genova tra settembre e ottobre: “La Corte costituzionale – si legge nel comunicato – in data 12 gennaio 2012, ha dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo riguardanti la legge 21 dicembre 2005, n. 270 (Modifiche alle norme per l’elezione della camera dei deputati e del senato della repubblica). La sentenza sarà depositata entro i termini previsti dalla legge”. Bocciati entrambi i quesiti presentati dal comitato promotore del referendum: quello che chiedeva l’abrogazione totale della Calderoli, sia quello che ne chiedeva l’abrogazione in parte.
Il Parlamento potrà comunque varare una nuova legge tenendo conto dell’alto numero di firme raccolte (oltre un milione in tutta Italia) a sostegno della proposta referendaria, ma qualora ciò non avvenisse, anche le prossime elezioni avranno luogo con il “Porcellum” di Calderoli.