Quale sarà il futuro dell'area? L'impresa abbandonerà il progetto o sta aspettando che sia il Comune a farlo per ottenere il risarcimento danni?
Dopo tanto clamore, le luci dei riflettori si sono spente sulla vicenda del cinema Eden di Pegli. Oggi l’area del cantiere è deserta e i lavori per la costruzione di 68 box interrati sembrano essersi fermati… Che ne sarà dell’area?
Nel giugno scorso la notizia dell’inizio ufficiale dei lavori e quindi della conseguente chiusura dello storico cinema di via Pavia (che sorge fra i palazzi dei primi del ‘900 che poggiano le antiche fondamenta a ridosso di un’importante falda acquifera) aveva suscitato lo sdegno degli abitanti del quartiere che erano scesi in piazza per difendere un luogo di aggregazione importante per il quartiere ponentino (in particolare nei mesi estivi grazie all’arena e alle proiezioni all’aperto).
Il via libera a costruire era stato concesso già nel giugno 2011 dalla precedente amministrazione, poi un anno dopo sono comparse le prime ruspe… «Non stiamo dormendo, siamo vigili – dice Antonella Oggianu del comitato no box cinema Eden – abbiamo chiesto un incontro con l’assessore Francesco Oddone per verificare lo stato delle cose. Quel che è certo è che il cantiere attualmente è fermo, ma non sappiamo le motivazioni. Purtroppo non credo che la causa sia l’archiviazione e quindi lo stop definitivo… stiamo cercando di ottenere informazioni. La nostra paura è che da un momento all’altro possano tornare ruspe e operai, la ripresa degli scavi segnerebbe irrimediabilmente il territorio».
Tra gli obiettivi del comitato anche quello di salvare 12 platani di oltre 50 anni… «gli alberi sono salvi, per ora.»
Alberi che erano stati definiti a inizio agosto in “condizioni precarie” dalla ditta esecutrice che richiedeva al Comune il via libera all’abbattimento. Via libera che non è ancora giunto grazie ad un vincolo di tutela.
Nel frattempo è stata rinnovata la gestione delle sale della palazzina (ricordiamo che l’area è di proprietà dei frati di Finalpia) alla Parrocchia San Martino che svolge attività per i boy scout e per i ragazzi del quartiere. E il futuro? «Il punto è che oggi il business per chi costruisce non è più redditizio come avrebbe potuto esserlo qualche anno fa – commenta il consigliere comunale Antonio Bruno (Fds) – ufficialmente la ditta non si tira indietro e si dichiara intenzionata a portare a termine i lavori, ma potrebbe anche essere una strategia per arrivare alla revoca del permesso a costruire da parte del Comune e ottenere quindi la possibilità di un risarcimento danni.»
Gabriele Serpe
[foto di Daniele Orlandi]
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