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Tutti contro Putin, perché? Ci mancava il clima della Guerra Fredda? Nostalgia degli anni '80? La spiegazione ufficiale, proclamata con forza da Cameron, Obama, dagli alti rappresentanti dell'UE e dai politici ucraini, è che la Russia è una minaccia perché vuole invadere i territori circostanti. Ovvero, Putin sino a ieri era l' "amichetto del gas", poi una mattina si è svegliato male e ha deciso di dedicarsi alle invasioni
L’altro giorno un’amica mi fa notare che la crisi dei trent’anni prende forme particolari di questi tempi. Alcuni reagiscono all’avanzare dell’età trasformandosi in blogger ed opinionisti: e questo affolla la rete di commentatori di ogni sorta, ognuno convinto di poterci spiegare come gira il mondo.
C’è del vero in questo. Ma ci sono anche persone straordinariamente acute ed intelligenti che alzano il livello. E dite quello che volete, ma io – senza alcun conflitto d’interessi con me stesso – penso di potermi annoverare a buon diritto fra queste. Tuttavia, dato che occorre distinguersi anche all’apparenza, “Polis” ha deciso di inaugurare il suo quarto anno di attività sbarcando sul cartaceo: nella nuova edizione di Era Superba troverete anche un mio contributo. Adesso non vi basterà spulciare il sito internet (dove “Polis” continuerà ad uscire regolarmente ogni venerdì) mentre siete a lavoro e il vostro capo è girato dall’altra parte. Per conoscere le “proposte shock” che avanzo nel mio nuovo pezzo, dovrete leggere la rivista (diventando sostenitori del progetto Era, potrete riceverla direttamente a casa o sulla vostra email); il che tra l’altro mi permetterà di distinguermi dai blogghettari della domenica, collocandomi nell’Olimpo dei commentatori professionisti.
Ora bando alle ciance, veniamo al tema di questo articolo. Prendiamo la situazione in Ucraina: per quale motivo abbiamo deciso che è tanto divertente provocare Putin? Ci mancava il clima della Guerra Fredda? Nostalgia degli anni ’80?
La spiegazione ufficiale proclamata con forza da Cameron, Obama, dagli alti rappresentanti dell’UE e dai politici ucraini, è che la Russia è una minaccia perché vuole invadere i territori circostanti. Cioè Putin, che dal 1999 a oggi è stato ininterrottamente premier o capo di Stato, e che solo l’anno scorso si incontrava con il nostro ex-primo ministro Enrico Letta per stringere accordi commerciali in un clima di «amicizia e voglia di cooperare insieme», improvvisamente nel 2014 si è svegliato e ha detto: “Ehi, potrei dedicarmi alle invasioni!”.
Una scusa talmente semplicistica che non ci crede nessuno. Basta farsi un giro tra i commenti dei lettori su uno qualsiasi dei siti web che stanno raccontando la crisi ucraina: nonostante l’impostazione del mondo dell’informazione sia tendenzialmente critica verso Putin, cosa che porta ad enfatizzare il lato “minaccioso” delle dichiarazioni (vere o presunte) attribuite al presidente russo, pochissimi sono convinti che il bad guy del Cremlino meriterebbe una lezione.
Per cosa, poi? Sì, c’è stata la vicenda dei 300 morti dell’aereo malese. Ricordate il Boeing 777 abbattuto sui cieli di Donetsk? Quello che secondo l’occidente era stato colpito da un missile dei filorussi, a loro volta armati da Mosca? Si tratterebbe senza dubbio di una buona ragione per prendersela con i russi: eppure nessuno si è azzardato a tirare in ballo la vicenda per giustificare le sanzioni economiche già ratificate. Anzi, dell’aereo e dei suoi passeggeri si è smesso del tutto di parlare: solo spulciando su internet si viene a sapere che si attende in questi giorni il rapporto preliminare dei Paesi Bassi, mentre bisognerà attendere un anno per quello finale. Possibile che non interessi più a nessuno sapere se Putin è davvero una minaccia per la sicurezza, proprio mentre lo si accusa di essere una minaccia per la sicurezza?
Si dirà che la Russia arma i ribelli del Donetsk: e questa è una ragione sufficiente. Ma andiamo! Anche ammettendo che non sappiate niente di quello che è successo in Ucraina (ossia che il presidente filo-russo Janukovyč era stato democraticamente eletto, che è stato rovesciato anche grazie alle violenze di gruppi di estrema destra come Right Sector e Svoboda, che tanto l’Europa quanto gli Stati Uniti hanno soffiato sul fuoco della protesta inviando i loro stessi rappresentati a Kiev e che le regioni “separatiste” si sentono “russe” a tutti gli effetti), anche ammesso che non sappiate certe premesse (ossia che dopo la caduta dell’URSS il Fondo Monetario Internazionale avviò una “terapia shock” di massicce privatizzazioni e liberalizzazioni che spolpò il paese dei suoi capitali e provocò un’acuta crisi economica – cosa che non contribuì a rendere l’America propriamente popolare –, che nel frattempo la NATO ha inglobato quasi tutti i paesi del Patto di Varsavia e che sta dispiegando un sistema di difesa anti-missile attorno alla Russia); anche ammesso che non sappiate tutto questo, davvero la novità, adesso, è che le guerre le fa Putin?
Fatemi capire: va bene che gli americani vadano dall’altra parte del mondo per invadere l’Iraq ed “esportare la democrazia” (tant’è che ora l’Iraq è pienamente democratico e gli americani non hanno più problemi da quelle parti); va bene che i francesi sorvolino il Mediterraneo per bombardare la Libia e “difendere gli oppressi” (infatti ora in Libia regna la pace e il lupo dorme con l’agnello); ma se Putin si azzarda a mettere un piede oltre il suo confine, ci scandalizziamo e mobilitiamo la NATO? Capisco che la Russia non sia il paese più democratico del pianeta: ma cosa cambia? La democrazia non è uno status giuridico che autorizza a fare le guerre.
Poi c’è anche un discorso di convenienza. A parte la pericolosità dell’operazione – se Putin è davvero quel pazzo che dicono, dovremmo andarci cauti, perché è un pazzo con l’atomica – l’Europa non era già abbastanza in crisi anche senza andare a danneggiare i rapporti commerciali con la Russia? Il capolavoro politico, però, lo ha realizzato Matteo Renzi, che è riuscito a mandare come rappresentante estero dell’Unione Europea la nostra Mogherini giusto in tempo per farle dire che «la Russia non è più il nostro partner». Già, tanto che ce ne facciamo? Scaroni ha detto che possiamo resistere anche un intero inverno senza il gas russo: è solo il 30% delle nostre importazioni! (E il prossimo anno?).
A fronte di un simile vuoto di leadership, tanto in Italia quanto in Unione Europea (che conferma così la sua completa sudditanza rispetto agli interessi americani), è sobbalzato persino il Corriere della Sera, che ieri con Franco Venturini ha caldeggiato una soluzione diplomatica, ricordando: «È vero, Putin ha violato varie volte il diritto internazionale, ma lo si è fatto anche in Occidente quando è servito». Ad esempio servì a noi, cent’anni fa, muovere una discreta guerra all’Austria per riprenderci il Sud Tirolo.
Andrea Giannini