Che questo sia il futuro dell'educazione? In America le scuole che hanno deciso di sperimentare questo metodo ottenendo buoni risultati, mentre versioni offline del sito sono state utilizzate nelle aree più povere di Asia, Africa e Sud America
La vita di Salman Khan sembra lo stereotipo del sogno americano. Nato a New Orleans da genitori immigrati, Salman (per gli amici “Sal”) frequenta le scuole pubbliche e, grazie alle sue doti fuori dal comune, vince una borsa di studio per uno dei college più prestigiosi al mondo: il Massachusetts Institute of Technology. Qui consegue tre lauree di cui una in ingegneria elettrica, una in matematica e una in informatica. Successivamente frequenta la prestigiosa università di Harvard dove consegue un Master in Business Administration che lo porta a trovare un lavoro molto ben retribuito come analista presso un fondo speculativo.
Per molti questa sarebbe stata la realizzazione di un sogno, ma non per Sal: un giorno avrebbe voluto fondare una scuola dove gli studenti potessero mettere in pratica la propria creatività senza sacrificare il rigore accademico e, soprattutto, dove gli studenti non perdessero ogni possibilità di frequentare le università più prestigiose solo per aver fallito un test all’età di 11 anni così come accade nel sistema scolastico americano. Questo giorno non era molto lontano ed è arrivato molto prima di quanto lui avrebbe mai potuto aspettarsi.
La svolta arriva inaspettatamente quando sua cugina Nadia, avendo difficoltà in matematica, rischia di non passare l’esame di passaggio alle scuole medie compromettendo irreparabilmente la propria carriera scolastica. Sal, nonostante al tempo vivesse lontano da sua cugina, decide di aiutarla e, per sopperire alla distanza, si avvale di un telefono e di un semplice programma chiamato Yahoo Doodle che permette di disegnare su uno schermo virtuale, come se fosse una lavagna.
Grazie al suo aiuto Nadia riesce così a passare brillantemente l’esame e, in poco tempo, grazie al passaparola, Sal si ritrova a dare ripetizioni virtuali a quasi tutti i membri della sua numerosa famiglia. A questo punto, vista la difficoltà di gestire un numero così grande di persone, Sal decide nel 2006 di registrare i video delle sue lezioni e pubblicarle su Youtube in modo che i suoi parenti possano accedervi in qualunque momento. All’inizio non è molto convinto di questa soluzione, ma, con grande sorpresa, si rende conto che i suoi cugini cominciano ad apprezzare più la versione “digitale” del proprio cugino di quella in carne e ossa. E ancora più sorprendentemente i suoi video vengono visti e commentati da sempre più persone. Il sogno di Sal sta cominciando a diventare realtà.
Nel 2008 decide di creare un’organizzazione no-profit e di chiamarla “Khan Academy” e nel 2009 lascia il suo lavoro per dedicarsi al suo progetto. All’inizio il “team” è composto solamente da lui, una tavoletta grafica da 80$ e un software per catturare le immagini dallo schermo. L’inizio non è facile, ma già dopo pochi mesi i suoi video vengono visti da migliaia di persone ogni giorno. Al successo in termini di visite non corrisponde purtroppo un successo dal punto di vista finanziario: Sal può fare affidamento solo sui suoi risparmi che si stanno velocemente erodendo. Dopo pochi mesi riceve il primo assegno di 100000 dollari da un venture capitalist che gli permette di tirare un primo sospiro di sollievo. Da quel momento tutto cambia: due mesi dopo Bill Gates annuncia ad un convegno sulle tecnologie innovative di essere un grande fan di Khan Academy e di utilizzarlo con i suoi figli. A questa dichiarazione fa seguire una ricca donazione di 1,5 milioni di dollari a cui sono seguiti 2 milioni da parte di Google. A questo punto Sal può finalmente fare le cose in grande assumendo i migliori informatici e designer presenti sul mercato. Le visualizzazioni del sito continuano ad aumentare e il canale Youtube raggiunge addirittura 250 milioni di visualizzazioni. Il sogno di Sal si sta avverando.
Ma cosa rende così diverso Khan Academy rispetto ad ad altri siti analoghi? A prima vista il sito non presenta nessuna peculiarità. Si possono scegliere le lezioni da seguire scegliendo tra più di 4000 video, suddivisi in quattro aree tematiche principali: matematica, scienza ed economia, informatica e scienze umanistiche. Ognuna di queste aree è suddivisa a sua volta in ambiti più specifici. Prendiamo ad esempio la matematica: si possono scegliere lezioni che vanno dall’algebra e alla geometria di base fino ad arrivare al calcolo differenziale.
La prima peculiarità è che le lezioni non utilizzano la consueta formula dei video didattici dove si vede una persona che spiega davanti a una lavagna. Il viso di Sal non appare in nessun video, si vedono solo apparire sullo sfondo nero le scritte, le immagini e le formule create da Sal con la tavoletta grafica che, come ha dichiarato lui stesso, “saltano fuori da un universo oscuro ed entrano nella propria mente con una voce proveniente dal nulla”. L’effetto che si vuole dare è quello di far sentire chi guarda il video come se stesse lavorando fianco a fianco con Sal.
Sul sito è possibile inoltre tenere traccia degli argomenti affrontati ed esercitarsi con gli esercizi proposti per verificare i propri progressi, ma la vera innovazione è la possibilità di applicare facilmente questa metodologia didattica nelle scuole: l’insegnante e i suoi alunni possono creare i propri profili e l’insegnante può monitorare i progressi dei propri alunni.
Le lezioni non avvengono come al solito: compiti e lezioni in classe vengono “ribaltati”. Gli studenti preparano a casa le lezioni seguendo i video, mentre in classe svolgono i test e lavori di gruppo. Gli alunni in questo modo, potendo mettere in pausa o ripetere il video, hanno la possibilità di assimilare i concetti seguendo il proprio ritmo. In classe l’insegnante, grazie all’interfaccia grafica offerta dal sito, può vedere in tempo reale chi è in difficoltà potendo così intervenire subito aiutando chi rimane indietro senza rallentare gli altri studenti. Il modello classico di apprendimento prevede che il tempo dedicato all’apprendimento sia fisso e il livello a cui si sono assimilati i concetti sia variabile e misurabile con un voto. C’è chi padroneggia completamente la materia, chi invece ha una conoscenza appena sufficiente e chi rimane definitivamente indietro. Il metodo di Khan Academy mette in atto una vera e propria rivoluzione: a variare è il tempo impiegato dai singoli studenti per apprendere i concetti, mentre si fissa il livello di padronanza… tutti gli studenti, alla fine del loro percorso assimilano i concetti senza avere carenze su singoli argomenti.
A chi lo accusa di voler sostituire l’interazione umana con la fredda informatica Sal risponde che è proprio per avere più interazione umana che tutto questo è stato creato. Con questo metodo viene meno la passività che spesso caratterizza le lezioni tradizionali per poter lasciare spazio alla creatività.
Tutto questo potrebbe sembrare una bella teoria che, per quanto affascinante, rimarrà poco più di uno spot pubblicitario. A volte però i sogni si realizzano: nel distretto di Los Altos vicino a San Francisco più di 20 scuole hanno deciso di sperimentare questo metodo riportando buoni risultati, soprattutto per gli studenti che avevano avuto, fino a quel momento, più difficoltà di apprendimento. Versioni offline del sito sono state utilizzate nelle aree più povere di Asia, Africa e Sud America per consentire ai ragazzi di quelle zone di avere la stessa esperienza educativa di quelli che vivono nella Silicon Valley.
Che questo sia il futuro dell’educazione? È difficile dirlo, l’unica cosa certa è che, come ha detto Bill Gates riferendosi a Salman Khan, “quasi 160 punti di QI sono stati spostati dalla finanza speculativa all’insegnamento a un numero sterminato di persone. È stato un bel giorno quello in cui sua moglie gli ha fatto lasciare il proprio lavoro”. In un paese che negli ultimi anni ha impiegato i suoi migliori cervelli nella speculazione finanziaria questo è un fatto più unico che raro.
Giorgio Avanzino