"Se le nostre vite non valgono, noi ci fermiamo" questo lo slogan per "Lotto Marzo", lo sciopero generale indetto contro le discriminazioni di genere e molto altro
Contro la violenza sulle donne, contro la discriminazione di genere e contro l’obiezione di coscienza nei servizi sanitari pubblici: queste le principali motivazione alla base dell’astensione lavorativa proclamata per il prossimo 8 marzo. Ma non solo: l’agitazione ha tra le sue finalità anche il contrasto alla precarietà e alla privatizzazione del welfare e il presidio per il diritto di accesso ai servizi pubblici gratuiti ed accessibili, al reddito, alla casa, al lavoro e alla parità salariale, all’educazione scolastica, alla formazione di operatori sociali, sanitari e del diritto, per il riconoscimento e il finanziamento dei centri antiviolenza ed il sostegno economico per le donne che denunciano le violenze.
A proclamare lo sciopero diverse organizzazioni sindacali tra cui USB, USI, USI AIT, SLAI COBAS, COBAS, SIAL COBAS, SGB, ADL COBAS. La decisione arriva dopo un lungo percorso di inter-formazione portato avanti dalla rete “Non una di Meno“, che unisce decine di associazioni femministe e femminili, e che fa seguito alla iniziativa globale a cui parteciperanno più di 40 paesi in tutto il mondo proprio nel giorno in cui, per tradizione, si festeggia la Donna.
Lo slogan della giornata, ribattezzata “Lotto Marzo” è “se le nostre vite non valgono, noi ci fermiamo”: «L’8 marzo sarà, prima di tutto, una giornata senza di noi, senza le donne – si legge nel manifesto della giornata pubblicato sul sito di “Non una di meno” – Una giornata di sciopero in cui incroceremo le braccia, interrompendo ogni attività produttiva e riproduttiva, articolando lo sciopero in ogni ambito e nell’arco dell’intera giornata, astenendoci dal lavoro, dalla cura e dal consumo. Lo sciopero è lo strumento che il movimento femminista ha individuato per contrastare le molteplici forme con cui la violenza di genere si abbatte sui corpi delle donne in tutto il mondo: dalla precarizzazione alla subordinazione nel mercato del lavoro, passando per una violenza più sottile ma altrettanto efficace inscritta nelle relazioni sociali e nel modo in cui viene impartito il sapere, che non educa alla valorizzazione delle differenze come motore nevralgico delle relazioni sociali, ma al contrario educa alla loro gerarchizzazione e subordinazione».
Una battaglia che vuole sottolineare come la violenza di genere non sia un fattore “emergenziale” ma bensì strutturale, che può essere arginato solamente con una trasformazione radicale della società e delle relazioni, passando dalle condizioni di vita e di lavoro, e dal superamento della impostazione patriarcale della società.
L’astensione è stata proclamata nel rispetto della disciplina dei servizi pubblici essenziali e riguarda tutto il personale (aree dirigenza e non dirigenza). Dagli uffici del Comune di Genova fanno sapere che nelle scuole e nidi d’infanzia comunali potrebbero verificarsi disservizi. Ma l’invito a scioperare, come abbiamo visto, è rivolto a tutte, anche in mancanza di tutele sindacali: proprio per questo sono state diffuse anche tutte le informazioni necessarie per permettere una più larga adesione: «Puoi farlo anche tu anche se nel tuo luogo di lavoro non ci sono sindacati che appartengono a uno di quelli che hanno indetto lo sciopero e/o indipendentemente dal fatto che tu sia iscritta o meno a un sindacato. La comunicazione dell’astensione arriverà all’azienda direttamente dalla Commissione di Garanzia, dalla Regione o dalla propria associazione datoriale; è comunque possibile, soprattutto per il comparto privato, fornire al datore di lavoro – che neghi di aver ricevuto l’avviso – eventuale copia dell’indizione e articolazione dello sciopero nel proprio settore». Questo e molto altro si trova nel Vedemecum pubblicato sulla piattaforma web de “Non una di meno”
A Genova gli appuntamenti per questa giornata sono due: al mattino presidio davanti al Galliera, struttura che secondo le attiviste «Percepisce finanziamenti pubblici senza applicare la legge 194»; nel pomeriggio, invece, dalle 18, partirà un corteo da Porta dei Vacca, che, dopo aver attraversato il Centro Storico, arriverà in piazza De Ferrari. La manifestazione si preannuncia colorata di fucsia, con addobbi, distribuzione di farmaci dedicati e materiale informativo.
“Lotto Marzo”, quindi, è uno sciopero generale e sociale ma soprattutto politico, che coinvolge il mondo del lavoro per veicolare e presidiare diritti, cultura ed equità sociale: una iniziativa che, a prescindere dai valori femministi dell’appuntamento, mancava da molto nel panorama politico locale e nazionale. Lo stesso Toni Negri, recentemente ospite a Genova per la presentazione del suo ultimo libro, ha definito la lotta femminista fondamentale e imprescindibile per collettività, e per una dialettica “rivoluzionaria” che sappia superare l’orizzonte del lavoro salariato per una più vera e ampia libertà delle persone. Le Donne stanno aprendo la strada, a tutti gli altri il compito di seguirle.
Nicola Giordanella