Sabato 20 ottobre con i contadini della Vesima si parlerà di agricoltura sostenibile e diritti dei cittadini messi a repentaglio dagli interessi economici delle grandi multinazionali
Sovranità alimentare e diritti dei cittadini sono un binomio intrinsecamente legato perché, proprio partendo dalla conoscenza del cibo che mangiamo, conserviamo la libertà di scelte consapevoli.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, la Campagna internazionale SBLOCCHIAMOLI: Cibo, salute e saperi senza brevetti – nata per impedire la trasformazione di cibo, salute e saperi, da beni comuni (da preservare e godere democraticamente) in beni privatizzati dal monopolio del brevetto, acquisibili solo a fronte di lucrose licenze di utilizzo – promuove a Genova Vesima, Sabato 20 ottobre, la giornata di sensibilizzazione “Sovranità Alimentare e Beni Comuni nel mondo e a Genova” organizzata dalla ong Cospe con il Comitato per la salvaguardia del territorio della Vesima.
Un appuntamento importante per riflettere sui nostri diritti al cibo, alla salute e ai saperi tradizionali, oggi messi a repentaglio dalle potenti multinazionali dell’agro-industria (leggi l’articolo sul libero uso delle sementi) e della farmaceutica che continuano a registrare brevetti su alcune varietà di frutta, verdura e su farmaci non innovativi, al solo scopo di mantenerne alti i prezzi.
«Sabato il focus verterà soprattutto sull’agricoltura – racconta Cristina Puppo (Cospe) – La sovranità alimentare è un concetto espresso da movimenti di contadini sorti in tutto il mondo, i quali cercano di mettere al centro un modello di produzione che sia attento non solo agli aspetti legati alle pratiche agricole tradizionali, biologiche, legate al territorio, ma anche agli aspetti sociali, quindi le condizioni di lavoro degli agricoltori e culturali ad esempio difendendo l’agricoltura famigliare che sta andando scomparendo».
«L’agricoltura potrebbe essere un potente motore di sviluppo del nostro Paese – ricorda Alberto Zoratti (Associazione Fairwatch e Campagna Sblocchiamoli) – Il problema sono le regole su cui oggi si basa la cosiddetta agricoltura moderna. L’attuale regime normativo europeo, infatti, non tutela la piccola agricoltura, bensì le grandi multinazionali. Dunque, quello che dovrebbe essere un bene comune, il patrimonio di saperi tradizionali della comunità, diventa un bene privatizzato. Per ripartire con un modello di società sostenibile bisogna mettere in campo pratiche agricole nuove: un’agricoltura biologica, di piccola scala, legata al territorio. è uno scontro tra due modelli: da una parte quello industriale, dall’altra quello che mira al coinvolgimento di tutti i piccoli contadini».
Una contrapposizione che, inevitabilmente, mette in gioco i diritti, in primis quello al cibo «Spesso noi lo perdiamo di vista, ma l’agricoltura resta la prima fonte di cibo per tutta l’umanità – sottolinea Zoratti – e poi ha un ruolo fondamentale perché contribuisce allo sviluppo della biodiversità. In caso contrario, se lasciamo campo libero al mercato e ai suoi criteri selettivi, faremo un favore all’agricoltura industriale».
L’obiettivo della giornata di sabato è mettere in relazione le pratiche locali «Le esperienze positive delle diverse comunità vanno condivise – spiega Puppo – Il discorso non va affrontato solo a livello politico bensì va radicato nelle realtà locali: prendendo esempio dai modelli virtuosi che per fortuna esistono. È questo il caso di Vesima dove si rischia di veder stravolta la vocazione agricola di un territorio. A Vesima ancora oggi vivono delle persone che hanno deciso di lavorare la terra, fornendo prodotti sani e di qualità all’intera città. Inoltre saranno presenti anche altre esperienze italiane, ad esempio i Campi Aperti di Bologna».
A Vesima sono 5 le famiglie che ruotano attorno a 3 aziende agricole famigliari «Essere agricoltori a Genova, oggi è una vera impresa – spiega Dario Patrone (contadini della Vesima) – Basta guardare al trend storico per farsi un’idea: i dati provvisori del censimento agricolo nazionale, per quanto riguarda la Liguria parlano della scomparsa di circa il 46% delle aziende agricole in soli dieci anni. Ma già nel decennio precedente le imprese si erano dimezzate».
Secondo Patrone «È grave che i politici ed i rappresentanti del settore minimizzino questi dati. Anzi, spesso enfatizzano il fatto che l’età media degli agricoltori si sia abbassata, peccato però che a fronte dei tanti giovani che vorrebbero aver accesso ai terreni agricoli, le istituzioni non facciano nulla».
Alla Vesima «Nel nostro piccolo, proviamo ad invertire il trend – continua Patrone – parliamo di una scelta di vita, quella di avere la libertà di svolgere un lavoro che ci piace, a contatto con il territorio, coltivando prodotti che soddisfano i clienti. Ma i problemi sono tanti». Innanzitutto l’accesso alla terra, la maggioranza di quest’ultima, infatti, è proprietà privata della società Orinvest che evidentemente ha in mente altri progetti. Parliamo di terreni panoramici per cui la scelta più facile per monetizzarne immediatamente il valore è quella di investire in operazioni edilizie.
«Peccato però che se un terreno agricolo diventa residenziale il guadagno è tanto e subito, ma ai tuoi figli non lasci nulla – sottolinea Patrone – Al contrario, l’agricoltura ha una bassa resa però la garantisce ogni anno. E poi non bisogna dimenticare i benefici per l’intera comunità. I contadini, in maniera gratuita, “tengono la terra appesa ai monti”, insomma preservano l’integrità del territorio, un aspetto fondamentale che viene menzionato solo dopo avvenimenti tragici come le consuete alluvioni».
Per quanto riguarda la politica locale «Attualmente l’indirizzo del Comune di Genova, dal punto di vista urbanistico, sembra muoversi in direzione di una tutela di questo territorio – continua Patrone – Ma purtroppo sappiamo che di fronte a grandi progetti, spesso gli strumenti urbanistici vengono scavalcati».
«Con questa giornata vogliamo sensibilizzare le persone comuni, perché c’è un’ignoranza diffusa su questi temi – conclude Patrone – perché se i contadini vengono lasciati soli finiranno per diventare una “specie in via d’estinzione”. Anche noi contadini abbiamo delle responsabilità. Dobbiamo organizzarci, d’altra parte teniamo in mano il bene primario, cioè il cibo. L’importante è conoscere chi sta seguendo i medesimi percorsi, confrontarsi con l’obiettivo di crescere».
Ecco il programma della giornata:
Sabato 20 Ottobre – Ex Scuola Elementare di Vesima (Genova): SOVRANITA’ ALIMENTARE E BENI COMUNI NEL MONDO E A GENOVA. In collaborazione con il Comitato per la salvaguardia del territorio della Vesima
Ore 10-12 Mercatino dei Contadini della Vesima
Ore 11 Spettacolo per bambini ”Tomato Frankestein” del Teatro Scalzo
Ore 12 Visita ai terreni della Vesima
Ore 13.30 Pranzo gratuito preparato dai contadini della Vesima
(si raccomanda di comunicare l’adesione all’indirizzo liguria@cospe.org
e di portate da casa piatto, bicchiere e posate)
Ore 15 Seminario “Sovranità alimentare e Beni Comuni”:
Germana Fratello (Campi Aperti e Genuino Clandestino)
Alberto Zoratti (Associazione Fairwatch e Campagna Sblocchiamoli)
Dibattito e Tavola Rotonda con la partecipazione di
Marco Doria Sindaco di Genova – (da confermare)
Dario Patrone (Contadini della Vesima)
Diego Moreno e Camilla Traldi (Università di Genova)
Modera Cristina Puppo (Cospe)
Mostra fotografica Abitare la nostra terra
Proiezione dei documentari: Il tesoro della madre tierra e The India’s choice
Istruzioni per raggiungere l’ex Scuola di Vesima
Vesima si trova tra Voltri e Arenzano. Dalle stazioni FS di Voltri e di Arenzano prendere la linea A (Voltri – Cogoleto – Varazze), fermata Stazione FS di Vesima. Con auto propria uscita autostrada di Voltri o di Arenzano, prendere la Statale Aurelia fino al parcheggio presso la Stazione FS di Vesima. Dal parcheggio a piedi prendere la strada in salita (Via Canepa), troverete l’ex Scuola sulla vostra destra.
Matteo Quadrone