I lavori per il recupero del Teatro di Camogli sono fermi da sei mesi, i soldi non arrivano e il cantiere è deserto dopo l'abbandono degli operai della SAICAM in credito di 700 mila euro
(Aggiornamento febbraio 2012. In arrivo i fondi Fas, si attende la riapertura del cantiere: Intervista con l’architetto Marta Puppo presidente dell’Associazione “Gli Amici del Teatro Sociale”)
Dopo decenni di abbandono, il Teatro Sociale di Camogli nel 2009 tornò agli onori della cronaca grazie all’apertura del cantiere per l’avvio dei lavori di restauro e messa in sicurezza, un progetto ambizioso fortemente voluto dai cittadini, un centinaio di famiglie che hanno formato l’associazione “Gli amici del Teatro Sociale“, autotassandosi pur di rivedere operativo il teatro forti dell’appoggio di un fondo statale Fas (Fondo Aree Sottoutilizzate) e del contributo di Provincia di Genova, Regione Liguria, la Fondazione Carige e dei comuni di Camogli e Recco.
Un nuovo tentativo per restituire agibilità al teatro (dopo quello fallito che fece la Provincia di Genova negli anni 80 investendo 700 milioni di vecchie e pubbliche lire) destinato ad andare a buon fine, si diceva.
Ma il 29 giugno 2011 la ditta SACAIM, che si era aggiudicata l’appalto, la stessa azienda che ha ricostruito il Teatro La Fenice a Venezia, sospende i lavori perché in credito di quasi 700.000 euro e abbandona il cantiere. Non ci sono i soldi per pagare gli operai.
“Avevamo destinato dei fondi Fas all’opera – dichiarò Claudio Burlando nel 2010 – ma come per altre opere, non sono arrivati e abbiamo anticipato la spesa. Non so come faremo, se non arrivano”. I Fas non sono arrivati e la Regione al momento non ha i soldi per intervenire.
Nel frattempo in via Bettolo a Camogli, davanti al Teatro Sociale, il cantiere è abbandonato da mesi, le finestre della struttura sono coperte con teli di nylon e quindi esposte alle infiltrazioni d’acqua.
Pochi mesi fa l’associazione “Gli amici del Teatro Sociale” ha scritto una lettera aperta alle istituzioni dove in particolare viene sottolineato:
– che ad oggi sono stati versati oltre 700.000 euro di soldi pubblici;
– che tale somma è anche comprensiva di 26.000 euro quale contributo volontario trasmesso dalla nostra associazione attraverso l’iniziativa delle “cento famiglie”, che costituisce la dimostrazione della importanza che per i cittadini di Camogli e non solo, riveste la riapertura del Teatro Sociale ;
– che un cantiere di tale delicatezza non può rimanere chiuso a lungo senza causare danni irreversibili economici e tecnici;
– tenuto conto che, come si legge nella delibera Regionale n.1014/24.7.2009 “la presenza di un teatro funzionante rappresenta una naturale risorsa culturale, economica e sociale per il territorio in cui si trova”;
Un servizio Rai andato in onda subito dopo la notizia dell’apertura del cantiere testimonia l’entusiasmo che si era creato nelle persone, anche non direttamente coinvolte, per il recupero del vecchio teatro… I lavori avrebbero dovuto ingrandire la buca dell’orchestra, era previsto il rinnovamento completo delle macchine sceniche, la trasformazione dell’antico alloggio del custode in zona uffici e la conversione dell’ex cabina di regia in sette nuovi palchi centrali.
Il teatro sociale di Camogli risale al 1876, precisamente venne inaugurato la sera del 30 settembre con una rappresentazione dell’Ernani di Giuseppe Verdi. Tra il 1929 e il 1932, per non meglio precisati problemi di sicurezza, arrivò la prima chiusura della sala. Si riaprì nel 1933, ma il teatro cambiò nome in “Principe di Piemonte”.
Dopo la seconda guerra mondiale, il teatro riprese il proprio nome originale ma venne utilizzato come sala cinematografica, fino alla chiusura completa sul finire degli anni settanta.
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