"Consulenza Online" vuole essere un filo diretto con i lettori, il presidente dell'associazione Progetto Up Alberto Burrometo è a vostra disposizione per segnalazioni e domande: progetto.up@gmail.com
In tanti mi chiedono: qual è la marca di automobili più seria? Vedo tante pubblicità… Eh, già, sembra proprio che adesso si vendano solo telefonini e automobili, a giudicare dalle reclame. Quale sia la marca automobilistica più seria non si può certo dire così su due piedi; certo è che alcuni parametri li possiamo prendere in considerazione.
Innanzitutto partiamo proprio dalle pubblicità: un’impresa seria si vede anche da questo. Quanto è più chiara e comprensibile l’offerta, tanto è più semplice coglierne i vantaggi. Una marca “seria” non inserisce asterischi accanto all’offerta (l’offerta scritta a caratteri cubitali, le note asteriscate a caratteri illeggibili perfino sui manifesti per strada…); a questo punto va detto che poche case automobilistiche si distinguono in positivo.
Un altro elemento chiave è la garanzia offerta. La legge sul consumo parla di due anni (a livello europeo); molte case si adeguano e nemmeno si sforzano per offrire qualcosa in più; poi ci sono casi eclatanti: la Kia Motors offre ben sette anni di garanzia, l’unica in assoluto! Viene da pensare: sanno che cosa vendono, sono sicuri del fatto loro… Infine ci sono le cosiddette promozioni. Di solito durano pochissimi giorni e riguardano le concessionarie che aderiscono all’iniziativa; sta a voi scoprire quali sono…
Dopo la pubblicità viene la seconda fase dell’indagine, ovvero quella presso le concessionarie o autosaloni. In questo caso, la palla passa al venditore, che per la legge attualmente in vigore, è colui a cui bisogna chiedere il risarcimento in caso di difetto del veicolo: una apparente assurdità, ma questa è un’altra storia.
E le storie potrebbe raccontarvele il venditore dandovi informazioni errate, proponendovi modelli poco validi o comunque non corrispondenti alle vostre esigenze; in questo caso il venditore “fa” la casa automobilistica, la nobilita quando si comporta correttamente, la discredita in caso contrario.
Senza parlare delle finanziarie. Appiopparvi un finanziamento, per una concessionaria auto, è un ulteriore guadagno sulla vendita (una provvigione, tanto per intenderci); il concessionario ha subito il denaro corrispettivo dell’auto, voi la pagate in comode rate da qui all’eternità e, se sgarrate, sono problemi della finanziaria.
Se, a questo punto, siete sicuri dell’automobile che volete acquistare, non vi resta che trovare chi vi offre le condizioni economiche migliori. Motivi apparentemente inspiegabili fanno sì che ad esempio in Piemonte sia molto più conveniente acquistare una vettura nuova, in Lombardia una usata. Qualcuno dice: è il mercato… sarà pure, ma non è possibile dovere perdere mezze giornate per scoprire se in una promozione vi sia una truffa, se la promozione è seria, verificare quale sia il concessionario più serio e, infine, fare tutte le valutazioni del caso in famiglia senza, peraltro, essere sicuri di avere fatto l’affare della vita.
La morale? La pubblicità rimarrà sempre e comunque l’anima del commercio, ma il commercio non farà mai pubblicità all’anima.
Alberto Burrometo
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[foto di Diego Arbore]