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Un organismo ufficiale tecnico (e non politico) di ascolto delle istanze territoriali, progettazione e coordinamento delle iniziative e organo di monitoraggio e verifica dei risultati
La mancata approvazione del bilancio del Comune avrà come diretta conseguenza la cancellazione di gran parte delle manifestazioni culturali previste a Genova nel 2012. Nei giorni scorsi una lettera aperta firmata dalla maggior parte dei teatri e degli operatori genovesi ha voluto sensibilizzare la cittadinanza sui tagli alle manifestazioni culturali. In parole povere, i tanti discorsi sviluppati in questi anni sui tagli alla cultura giungono ora a un punto di svolta più o meno concreto: si chiudono i rubinetti, si salvi chi può. Ma sarà davvero così?
Un dibattito acceso già un mese fa in seguito alla pubblicazione sulle pagine del Sole 24Ore del manifesto “Niente Cultura, Niente Sviluppo”, propone l’istituzione di una costituente della cultura (dove per cultura si intende “concezione allargata che implichi educazione, istruzione, ricerca scientifica, conoscenza”): “La cultura e la ricerca innescano l’innovazione – si legge sul Sole 24 Ore – e dunque creano occupazione, producono progresso e sviluppo. La cultura, in una parola, deve tornare al centro dell’azione di governo. Dell’intero Governo, e non di un solo ministero che di solito ne è la Cenerentola. È una condizione per il futuro dei giovani. Chi pensa alla crescita senza ricerca, senza cultura, senza innovazione, ipotizza per loro un futuro da consumatori disoccupati, e inasprisce uno scontro generazionale senza vie d’uscita.”
Da ormai diversi giorni gli interventi in tema di cultura legata allo sviluppo si moltiplicano sui quotidiani locali e nazionali, la direttrice del Teatro dell’Archivolto Pina Rando ha elaborato, in un contributo pubblicato da Repubblica, il concetto di “cultura spalmata su tutta la città”.
Un concetto ripreso da Sandro Baldacci, neo candidato al Consiglio Comunale per Idv (sostiene Marco Doria), il quale ha proposto un programma per rilanciare la cultura a Genova: «È opportuno innanzitutto creare una piattaforma istituzionale – propone il candidato – che diverrà organismo ufficiale tecnico (e non politico) di ascolto delle istanze territoriali, progettazione e coordinamento delle iniziative e organo di monitoraggio e di verifica dei risultati, al cui tavolo saranno chiamati le Rappresentanze delle municipalità, degli operatori commerciali, culturali e teatrali (non dimentichiamo che Genova è la città italiana con il maggior numero di teatri in rapporto al numero degli abitanti), in modo da individuare i punti di maggior criticità territoriale, attuando una sorta di censimento dei beni architettonici, museali, paesaggistici, enogastronomici e ambientali che possano divenire, a seguito di interventi mirati di riqualificazione, pregiati elementi di attrattiva turistica. Stesso identico discorso anche per quanto riguarda le iniziative commerciali (fiere, sagre e quant’altro), artistiche (festival, rassegne, ecc.) e culturali (apertura di spazi museali, architettonici), individuando quartiere per quartiere le iniziative più idonee alla promozione turistica del territorio circostante.»
«In questo modo si procederà all’elaborazione di un programma sperimentale, di durata limitata e programmata, che concentrerà le risorse alternativamente in diversi quartieri mediante la realizzazione di eventi culturali, spettacolari ed enogastronomici in base alle diverse caratteristiche urbanistiche e socio ambientali. Nei periodi di promozione programmati gli operatori economici si impegneranno a mantenere aperti gli esercizi commerciali e le strutture turistico alberghiere in maniera tale da poter dar vita a veri e propri “pacchetti preconfezionati” rivendibili dagli operatori turistici. Al termine del periodo sperimentale si procederà alla fase di raccolta e verifica dei dati per orientare al meglio le successive iniziative e ottimizzare i profitti».
«L’Italia, e quindi anche Genova, ha il più importante patrimonio culturale e artistico al mondo ma la cultura contribuisce per poco più del 2% al PIL. Il potenziale di crescita è enorme. In particolare il turismo legato al patrimonio culturale è il settore che sta crescendo più rapidamente modificando la struttura delle economie regionali e comportando vantaggi, ma anche significativi impatti, sui siti e sulle comunità locali. Promuovere l’offerta di cultura significa riattivare il circolo virtuoso tra conoscenza, ricerca, arte, tutela e occupazione».
Commento su “Cultura e sviluppo, la proposta genovese dopo il manifesto del Sole 24 Ore”