Salta accordo su distribuzione in aree omogenee, per cui ogni comune deciderà da sè se aderire agli Sprar o ai Cas. Ecco le quote liguri per l'accoglienza dei migranti
Liberi tutti. I Comuni liguri che vogliono, potranno associarsi in aree omogenee per dare vita a progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) condivisi e gestire al meglio sul territorio la quota di migranti prevista dal nuovo Piano nazionale di riparto, mentre chi si rifiuterà dovrà sottostare all’imposizione dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) da parte della prefettura senza che i sindaci possano avere troppa voce in capitolo.L’amministrazione del capoluogo ligure si era detta disposta a superare la quota del 2 per mille, decisa dal ministero per venire incontro ad altre realtà regionali in sofferenza: «Le altre città metropolitane – aveva dichiarato qualche giorno fa alla “Dire” l’assessore comunale alle Politiche sociali, Emanuela Fracassi – sono al centro dei flussi della migrazione irregolare, cosa che in Liguria non succede più di tanto, soprattutto a Genova, ma che interessa invece, fortemente, Ventimiglia. Quindi è corretto pensare una ridistribuzione ligure in cui Genova si possa prendere una quota superiore al 2 per mille”. Per ottenere il via libera da Roma, però, tutti i Comuni avrebbero dovuto trovare una quadra sulla distribuzione, cosa che non è avvenuta, lasciando ogni singola amministrazione in ordine sparso.