Slot machine e videopoker: un anno di provvedimenti e proposte a Genova per fermare l'eccessiva presenza di apparecchi in negozi e locali
Ottobre 2011: la Camera di Commercio di Genova ha pubblicato un’indagine secondo la quale tra il 2005 e il 2010 i locali in cui si pratica gioco d’azzardo sono aumentati del 63%. L’ultimo in ordine di tempo inaugura a Certosa, proprio mentre il Monopolio di Stato fissa nuove regole per la presenza di slot machine, video poker e analoghe “macchinette” all’interno di negozi e locali: come vi avevamo raccontato allora su Era Superba, vige l’obbligo di riservare agli apparecchi di gioco un’estensione di 2 metri quadrati (da moltiplicare per il numero di postazioni, in caso di macchinette che permettono il gioco a più utenti in contemporanea).
Se da un lato si cerca dunque di limitare l’eccessivo assembramento all’interno di uno stesso locale, non ci sono provvedimenti per contenere il numero di attività commerciali che in uno stesso quartiere permettono il gioco d’azzardo.
Marzo 2012: gli abitanti di Rivarolo avviano una raccolta firme contro l’apertura di nuove sale da gioco, che ottiene circa 1.800 adesioni e si trasforma in una petizione popolare che coinvolge tutta la città, da indirizzare alle Commissioni competenti in Parlamento.
Aprile 2012: la Regione Liguria vara una legge contro il gioco d’azzardo, firmato dai consiglieri Lorenzo Basso (Pd) e Massimo Donzella (Noi per Claudio Burlando), volto a contrastare soprattutto la dipendenza dal gioco d’azzardo, una vera e propria sindrome chiamata ludopatia che secondo il Ministero della Sanità coinvolge circa un milione di persone solo in Italia. In particolare, la legge imporrà agli esercenti di stampare ed esporre avvertenze (l’abuso di gioco provoca dipendenza; il gioco eccessivo può ridurti in povertà, ecc) e di devolvere il 3% degli incassi delle macchinette a un Fondo contro la dipendenza da gioco, che dovrà essere istituito tramite un decreto ministeriale.
L’iniziativa ligure arriva contestualmente all’annuncio del Ministro della Sanità Balduzzi, che intende assimilare ufficialmente la ludopatia alle dipendenze da droga e alcol e inserirne la cura nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza, ossia le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento del ticket).
Settembre 2012: la legge regionale è inapplicata. Nonostante il provvedimento entrato in vigore in primavera, è prevista entro breve l’apertura di 16 nuove sale a Sampierdarena nella zona di via Molteni, via Avio e via Buranello. La principale critica mossa alla legge è il suo carattere generico, in quanto impone semplicemente la “lontananza delle sale da gioco da scuole o da altri luoghi frequentati da soggetti deboli“.
IL PRESENTE
Prosegue la lotta al gioco d’azzardo, che in questi mesi ha visto i cittadini impegnati nel contrasto all’apertura di nuove sale, in particolare nelle zone di Certosa e Sampierdarena. È stimato che a Genova ci sono circa 600 sale gioco, un numero che comprende solo i locali destinati esclusivamente al gioco d’azzardo e non i numerosi bar, tabaccherie e locali di altro genere che hanno al loro interno le macchinette pur svolgendo anche altre finalità commerciali.
A fronte degli ostacoli nell’applicazione della legge regionale varata lo scorso aprile, un provvedimento del Municipio Centro Est ha da poche settimane creato un precedente che potrebbe cambiare notevolmente la situazione. Come ci ha spiegato l’Assessore Maria Carla Italia, il 9 ottobre è stata approvata una mozione secondo cui il Municipio non rinnoverà le concessioni ai locali che hanno al loro interno slot machine e altri dispositivi per il gioco d’azzardo.
Anche il Municipio Medio Levante si è mosso in questo senso, ma con un provvedimento differente: è stata infatti preparata una vetrofania da esporre sulla porta degli esercizi commerciali che non hanno apparecchi per il gioco d’azzardo.
Marta Traverso