Dopo gli anni della dismissione industriale, i progetti per far risorgere il quartiere sono molteplici; riuscirà la “politica” a dare forza a questa “grande opera” prima che sia troppo tardi?
Sono 65 milioni di euro i fondi rimasti nelle casse di Società per Cornigliano destinati alla riqualificazione dell’omonimo quartiere. Dopo oltre dieci anni dall’Accordo di Programma, firmato nel 2005, si torna a parlare del progetto per riqualificare Cornigliano. «Molti interventi, negli anni, sono già stati fatti – dice il vicesindaco, nonché vicepresidente di Società per Cornigliano, Stefano Bernini – e il Miglioramento della qualità della vita dei cittadini del quartiere sta progressivamente avanzando».
Alcuni interventi, però, non bastano per far rifiorire Cornigliano. Dopo il restauro di Villa Bombrini e di Villa Serra e il rifacimento delle facciate dei palazzi di via Cornigliano, realizzato anche grazie alle tasche dei cittadini, sono da risolvere problemi che si trascinano da tempo. All’appello per portare a termine il progetto manca ancora la risistemazione di via Cornigliano, che secondo il programma dovrebbe diventare una strada pedonale in stile rambla, il raccordo tra la nuova strada a mare e dell’uscita della A10 Genova aeroporto, il ripristino dell’area ex gasometri intorno a Villa Bombrini, il completamento delle due sponde del Polcevera e la riqualificazione dell’ex mercato comunale, ad oggi ferma. Da risolvere anche la questione delle rimessa Amt di via San Giovanni D’Acri che, secondo i primi accordi avrebbe dovuto trasferirsi a Campi, in un’aerea che però di recente è stata venduta.
Secondo il Direttore di Società per Cornigliano, Enrico Dal Molo i fondi in cassa sono già stati suddivisi e destinati a ogni voce rimasta in sospeso: «Venti milioni vanno per il raccordo tra strada mare e l’autostrada A10, altri venti per la bonifica dell’ex area sottoprodotti, dieci per riqualificare l’area ex gasometri, circa cinque per la messa a nuovo di Via Cornigliano e cinque rimangono in cassa, destinati ai lavori di pubblica utilità». Si spera che a questa somma il governo restituisca, come promesso, cinque degli undici milioni investiti tra il 2014 e il 2016, per mantenere attiva la cassa integrazione degli operai dell’Ilva. Nonostante una serie d’intoppi il progetto dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno, che secondo la Società per Cornigliano dovrebbe poi essere messo bando per il completamento dei lavori. Ma i problemi per il quartiere non finiscono qui, «Benissimo il progetto di riqualificazione strutturale del quartiere, ma cosa ci si mette dentro? – dice Paolo Collu, del Gruppo lavoro per Cornigliano – Oggi via Cornigliano e il resto del quartiere è quasi morto dal punto di vista di esercizi commerciali, questo è un aspetto importante da non sottovalutare».
Il progetto approvato dal consiglio Comunale nel 2008 prevedeva lo spostamento della rimessa San Giovanni d’Acri di Cornigliano in un’area in zona Campi. Eppure i primi di agosto la stessa area di Campi che era destinata a diventare la nuova rimessa Amt è stata venduta dal Comune a Spinelli. Un’informazione che non era arrivata al municipio «In attesa che venisse smantellata la rimessa Amt San Giovanni d’Acri – dice il presidente del municipio Medio Ponenete, Giuseppe Spatola – scopriamo che quell’area nella quale doveva essere spostata la struttura era già stata venduta a privati; non siamo nemmeno stati informati direttamente, ma lo abbiamo scoperto».
Un’altra patata bollente passata nelle mani del municipio nell’estate del 2015 è stata la questione dell’ex mercato comunale di Cornigliano, ormai, da anni, in completo disuso: «Se non ci sono certezze sulla riqualificazione, non sappiamo cosa farcene dell’ex mercato comunale, potremmo assegnarlo con il prossimo bando, ma solo se siamo certi che arrivino i finanziamenti», conclude Spatola.
L’area adiacente a Villa Bombrini, rimane uno dei punti dolenti nel progetto di riqualificazione del quartiere di Cornigliano. Una location definita “papabile” per la realizzazione dell’ospedale di ponente, ma rimasta inattiva e in disuso vista l’impossibilità tecnica di portare a compimento tale progetto. Dopo lunghe attese, il destino del nuovo ospedale di ponente ha cambiato “direzione” e la speranza degli abitanti del quartiere di avere un nuovo ospedale vicino a Villa Bombrini è venuta meno: sul piatto, infatti, è stata messa l’opzione Erzelli, anche se, come è noto, tutta l’operazione legata a quella zona della città è contrassegnata da numerose incognite e inconcludenze. Una decisione presa dopo che l’Enav, società nazionale per l’assistenza la volo, ha definito l’area ex gasometri non adatta dal punto di vista della sicurezza per costruire un ospedale, vista la vicinanza con la pista di atterraggio dell’Aeroporto Cristoforo Colombo.
Cornigliano, in un tempo neanche troppo lontano, era una nota località balneare, capace di attirare migliaia di turisti. Oggi il quartiere è alle prese con un lungo tentativo di riqualificazione dopo gli anni delle industrie e del lavoro: qualcosa si sta muovendo, ma l’identità di questa parte della città è ancora lontana dall’essere ritrovata.
Elisabetta Cantalini